235mila avvisi bonari si aggirano per le cassette postali della Capitale. Destinatari sono cittadini che hanno usufruito di una prestazione sanitaria pubblica tra il 2009 e il 2010 e non l’hanno pagata dichiarando di avere un reddito Irpef tale da poter beneficiare dell’esenzione. Nulla di male, direte voi: se si è mentito bisogna pagare. Tuttavia, l’operazione messa in piedi dalla Regione Lazio ha più di qualche falla tant’è che ieri il governatore Nicola Zingaretti ha dovuto rendere pubbliche scuse alla cittadinanza.
Anziani e bambini: i destinatari della missiva
Per stessa ammissione della Regione, infatti, il 3% di queste raccomandate è stato spedito per errore, vale a dire a persone che il ticket l’hanno pagato e eccome. Come dimostrarlo? Bel problema. Nella migliore delle ipotesi – come raccontato da una nostra lettrice che ci ha scritto raccontandoci la sua storia – dalla presunta prestazione non pagata sono trascorsi 6 anni e rintracciare ricordi nella memoria cosi come le fatture che attestino il pagamento è cosa non facile soprattutto per gli anziani che, con i bambini sono i principali destinatari della missiva. L’altro punto riguarda proprio questo: si può indirizzare una lettera dai toni anche minatori (“Decorso il termine verranno attivate le procedure per il recupero coattivo delle somme dovute e la documentazione sarà trasmessa alla Guardia di Finanza e/o alla Procura della Repubblica..”) a minori che in tutta la faccenda non hanno avuto alcuna responsabilità se non quella di essere destinatari della prestazione?
Cisl: tempistica inopportuna
Nel nome della chiarezza è intervenuta anche la Cisl Lazio i cui sportelli in questi giorni sono un via vai di persone che cercano di capire (il numero verde messo a disposizione dalla regione è praticamente inaccessibile): “Dobbiamo dare merito al governatore che un’operazione di contrasto ai ‘furbetti’ del ticket è assolutamente meritoria. Detto questo, però, dobbiamo anche rilevare che è urgente, da parte della Regione, chiarire in maniera definitiva, trasparente e inequivocabile quale procedura sia stata attivata per arrivare all’invio, nel Lazio, di 235mila avvisi bonari”. Secondo il sindacato, tuttavia, “la tempistica di questa operazione è quantomeno inopportuna e fuori tempo massimo. Una contestazione più tempestiva sarebbe sicuramente più efficace come deterrente per i ‘furbetti’ del ticket che danneggiano l’intera collettività sottraendo risorse a chi invece ha davvero bisogno”.