“Perché il ministero della Salute ha invitato solo Altroconsumo alla conferenza conclusiva di Expo? Che figura ci facciamo a livello internazionale se le posizioni italiane sono sostenute da una associazione in totale contrasto con il pensiero di chi difende i consumatori italiani?” È scontro tra le associazioni dei consumatori: nove sigle – Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Movimento Difesa Cittadino, Udicon e Unione Nazionale Consumatori – in un duro comunicato accusano i colleghi italiani del Beuc di aver ricevuto l’invito esclusivo per una sorta di ricompensa per “l’investimento economico fatto da Altroconsumo nell’acquisto di spazi all’Expò alla Cascina Triulza (stranamente l’unica no profit a poterseli permettere)”.
Expo, consumatori: “Altroconsumo non ci rappresenta”
“Siamo alla frutta! L’Expo è cominciata male (dimenticando di coinvolgere i rappresentanti dei consumatori nella Carta di Milano) e finisce peggio: alla Conferenza internazionale in programma il 27-28 ottobre, il ministero della Salute dimentica di invitare il Cncu, il Consiglio nazionale consumatori utenti, organo previsto dal codice del sonsumo presso il Ministero dello sviluppo economico. Con profonda amarezza le associazioni dei consumatori hanno dovuto prendere atto che nel programma il piccolo spazio destinato alla voce dei cittadini è stato riservato a un solo rappresentante dell’associazione Altroconsumo”.
Dall’etichetta a semaforo, con la quale finirebbero per essere penalizzati i gioielli del made in Italy come il Parmigiano reggiano e il prosciutto di Parma, alle recenti critiche mosse al cibo biologico, le posizioni assunte da Altroconsumo non hanno mai trovato larghi consensi nel panorama consumerista. Pertanto, prosegue la nota delle nove sigle, “non possiamo condividere che il rappresentante chiamato ad esprimere il pensiero dei consumatori italiani sia una organizzazione che sui temi alimentari si trova generalmente su posizioni largamente minoritarie in seno al Cncu”.
“A voler pensar male – concludono le associazioni – si potrebbe ritenere che l’investimento economico fatto da Altroconsumo nell’acquisto di spazi all’Expò alla Cascina Triulza (stranamente l’unica no-profit a poterseli permettere) sia stato ripagato da questa visibilità: ma che figura ci facciamo a livello internazionale se le posizioni italiane sono sostenute da una associazione in totale contrasto con il pensiero di chi difende i consumatori italiani?”