I farmaci di fascia C non saranno vendibili nelle parafarmacie. La Camera dei deputati ha votato contro l’emendamento presentato da Scelta Civica per la liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta, quelli destinati a curare patologie di lieve entità e non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale.
“Si è preferito tutelare le lobby che, forti di posizioni acquisite quanto irrinunciabili, hanno interessi che non sono certi quelli dello sviluppo e della crescita del Paese” ha commentato Conad, leader della grande distribuzione organizzato, secondo cui “si tratta di una decisione presa contro i cittadini. Se la liberalizzazione del mercato farmaceutico avesse interessato anche la vendita di farmaci di fascia C i cittadini avrebbero risparmiato dai 500 agli 800 milioni l’anno, in un comparto che su base Italia pesa il 30 per cento in più rispetto ai farmaci di automedicazione già liberalizzati”.
Alla Camera è passato invece un altro emendamento allo stesso ddl, in base al quale le farmacie dei piccoli comuni (con meno di 6.600 abitanti) che risultano ormai in sovrannumero rispetto alla popolazione potranno chiedere il trasferimento in un altro comune della stessa regione. Per perfezionare il trasferimento della farmacia bisognerà pagare una tassa governativa una tantum pari a 5000 euro. L’Aula ha approvato l’intero articolo 32 sulla maggior concorrenza nella distribuzione dei farmaci.
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