Milano scende in piazza per chiedere più diritti. E laicità

“L’Italia è un paese con un grave difetto di laicità, in cui la nostra libertà di essere, di amare e di decidere è spesso negata e delegata ad altri”. È questo il presupposto, riassunto nel manifesto politico di presentazione, della manifestazione nazionale in programma domani a Milano (dalle 14 in piazza del Cannone, dietro al Castello Sforzesco), dal titolo esplicativo “Le nostre vite, la nostra libertà”.

Il filo conduttore è la richiesta di uno Stato che si possa davvero definire laico, declinato su cinque temi chiave: dalla difesa della scuola pubblica e della 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza al fine vita, dalla fecondazione assistita ai diritti civili delle persone omosessuali. Come dice l’attrice Lella Costa, tra i primi ad assicurare la propria presenza: “Una manifestazione per la vita, per dire che siamo persone con la capacità di intendere e di volere, e l’intenzione di poterla esercitare. È giusto, direi ovvio, essere in piazza per chiedere più diritti, che non tolgono nulla a nessuno: questa dovrebbe essere una battaglia comune, condivisa anche da chi di quei diritti non si avvarrà mai”.

Insieme a Costa, coordinati da Massimo Cirri che condurrà la giornata, sul palco si alterneranno in diversi, ognuno testimonial di un “pezzetto” di manifestazione, di una specifica rivendicazione in favore della laicità: come Beppino Englaro con la sua annosa e sofferta battaglia per un fine vita dignitoso, o come Franco Barbero, ex sacerdote in contrasto con le posizioni della Chiesa cattolica (tanto che nel 2003 fu dimesso dallo stato clericale) che per anni ha sposato coppie omosessuali in Piemonte. Ospiti anche Alessandra Faiella, Renato Sarti, e sul finale arriverà Nichi Vendola, senza che per questo la manifestazione intenda avere un cappello politico.

A spiegare quest’aspetto è Luca Paladini, leader dei Sentinelli, il movimento nato a Milano che da un anno ormai si batte per i diritti civili, e che in questo tempo ha già fatto una decina di proseliti in giro per l’Italia. È proprio dai Sentinelli che, in un’afosa sera d’estate, è partita l’idea di mettere in campo “Le nostre vite, la nostra libertà”: “Non vuole assolutamente essere una manifestazione anticlericale né anti Pd – dice Paladini – anche se è chiaro che i tentennamenti del governo rispetto ai diritti civili non ci piacciono. Abbiamo invitato sul palco Luigi Manconi, ad esempio, ma non può venire, mentre ci sarà il sindaco Pd di Pavia Massimo Depaoli”, che ha proceduto alla trascrizione dei matrimoni gay contratti all’estero e che si è più volte detto favorevole ad una legge in materia. Presenti anche i Radicali, ed Emma Bonino ha voluto esserci, nonostante le difficoltà di salute, con un video (stesso discorso per Mina Welby, che aveva assicurato la propria presenza, ma che all’ultimo, per un problema di salute, ha dovuto dare forfait). I promotori hanno organizzato anche un flash mob: a metà pomeriggio verranno alzati migliaia di cartelli con la parola “Laicità”.

L’idea è nata dai Sentinelli, si diceva, con l’associazione radicale Certi Diritti, la Luca Coscioni, la Uaar (Unione degli atei e degli agnostici), ma presto si è diffusa a macchia d’olio nella società civile milanese e nazionale. Lunga e articolata, infatti, è la lista delle adesioni, che comprende molte organizzazioni del mondo Lgbt, ma anche Emergency Milano, i Giovani Democratici, varie associazioni studentesche, realtà cattoliche come la Comunità di san Benedetto al Porto di don Gallo, e pure Susanna Camusso a titolo personale. “C’è molta voglia di reagire alla mancanza di diritti civili, un’indignazione che viene da lontano – riprende Paladini – legata anche all’evidenza che sempre più Stati hanno fatto o stanno facendo molti passi avanti in questo senso. Il nostro obiettivo è pressare la politica perché torni a trattare questi temi. E a trattarli con dignità”.

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