“Degli errori gravi sono stati fatti. La Gabanelli ha ragione”. Parole molto nette sono arrivate dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda dai microfoni di Radio24 sull’operato di Giuseppe Vegas: il riferimento è alla cancellazione degli scenari probabilistici dai prospetti informativi deciso dalla Consob di Vegas nel 2012. La storia è stata riportata in auge dalla trasmissione Report la scorsa settimana.
Fronte unico contro il presidente Consob
Anche le associazione dei consumatori, Adusbef, Codacons e Federconsumatori in testa, chiedono le dimissioni immediate di Vegas. “Dopo la dichiarazione del ministro Calenda, a Vegas non resta che dare le dimissioni, anche solo per un fatto di opportunità, per evitare di danneggiare l’immagine della Consob e preservare l’istituzione”, dichiara Massimiliano Dona, segretario dell’Unione nazionale consumatori. “Ora però, anche il Governo deve fare la sua parte – prosegue – intervenendo laddove le Authority hanno mancato, vietando la vendita agli sportelli delle obbligazioni subordinate e ripristinando gli scenari probabilistici”.
Cosa sono gli scenari probabilistici
La probabilità di riportare perdite (o guadagni) acquistando un determinato prodotto finanziario sono alla base degli scenari probabilistici. Obbligatori per le polizze vita, per gli altri prodotti (fondi, azioni, obbligazioni strutturate) non sono previsti. In alcuni casi però la Consob può imporre all’emittente di includere la rappresentazione del rischio.
Forniscono delle informazioni fondamentali al piccolo investitore perchè consentono di conoscere le probabilità che ha di perdere acquistando un prodotto finanziario e nello stesso tempo conoscere, in caso di perdita, quanti soldi ci rimette.
Il no di Vegas: “Possono forviare il consumatore”
Il 25 ottobre 2012 il presidente Vegas in audizione alla commissione Finanze della Camera, richiamandosi all’assenza di un obbligo comunitario, dichiarò: gli scenari di probabilità possono “fuorviare l’investitore, inducendolo a ritenere stabili gli scenari indicati di guadagno/perdita, connotati al contrario da variabilità al mutare dei parametri di riferimento nel tempo”. E quindi l’autorità di viglilanza sulla Borsa non mise nessun obbligo allora per le banche o le società finanziarie di inserire nei prospetti informativi la percentuale di rischio per l’investitore.
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Eppure quando sono stati inseriti, gli scenari probabilistici hanno contribuito a tenere alla larga da investimenti molto rischiosi i piccoli risparmiatori. Gli esperti delle associazioni tornano a rivendicare: “Diciamo alla Consob: rendeteli obbligatori. Perché non è vero che se il risparmiatore conosce la verità non investe più. È vero il contrario: più informazioni ha e maggiore può essere la confrontabilità dei vari prodotti finanziari”.