È probabilmente l’ultimo avvertimento, quello che l’Agenzia garante delle comunicazioni manda a Tim e Wind sulle tariffe roaming. La nota dell’autorità spiega che in seguito “all’istruttoria avviata a seguito delle numerose segnalazioni di utenti ed associazioni di consumatori” sono state diffidate le due compagnie per il mancato rispetto delle disposizioni introdotte dal Regolamento comunitario n. 2015/2120 in tema di roaming internazionale all’interno dell’Unione europea”.
Le due tariffe sotto accusa
Nello specifico, secondo quanto riporta un’indiscrezione pubblicata da Repubblica,  l’Autorità ha contestato agli operatori Tim e Wind “L’applicazione automatica ai propri clienti, senza previo consenso, di tariffe a pacchetto”. Le offerte al centro della diffida sono la Europa Daily Basic di Tim e l'”Offerta consentita dalla nuova regolamentazione” di Wind, in seguito a delle sollecitazioni delle associazioni di consumatori Aduc e Ctcu, La tariffa della Tim ha un costo fisso di 3 euro al giorno, mentre quella Wind è di 2 euro al giorno.
Le nuove regole sul roaming
A partire dallo scorso 30 aprile, infatti, secondo una delibera comunitaria il sovraccosto roaming non deve superare 5 centesimi al minuto per le chiamate vocali, 2 centesimi per ogni messaggio di testo (Sms) e 5 centesimi per ogni MB di navigazione su internet, in via transitoria fino all’abolizione totale dei costi a partire dal 15 giugno 2017.  Queste disposizioni non sono state rispettate dalle due compagnie, che hanno provato comunque a difendersi.
La difesa delle compagnie
Tim lo ha fatto sostenendo che la tariffa in questione viene applicata solo a chi non ha attiva una delle offerte specifiche per il roaming estero, mentre Wind ha fatto leva sulle deroghe alle regole consentite, tra cui “un pacchetto di servizi con volumi a scelta dell’operatore”. Il Garante, in risposta, specifica che la fase transitoria prevede comunque dei paletti precisi: un eventuale sovrapprezzo deve restare complessivamente entro la somma dei 19 centesimi per minuto per le chiamate, 6 cent per gli sms inviati e 20 per ogni mega di traffico dati. Condizioni non rispettate dalle compagnie, a cui viene imputata anche di aver dato informazioni “scarsamente comprensibili e “poco trasparenti”, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di passare alla tariffa a consumo decisa dall’Europa e più conveniente.  Gli operatori hanno tempo fino al 30 giugno 2016 per adeguare le proprie tariffe e comunicare all’Agcom le azioni intraprese per aumentare la chiarezza nella comunicazione ai clienti.