I nostri diritti di turisti? Fissati da carte e convenzioni, a volte si scontrano con le interpretazioni delle società che dovrebbero onorarli. Come dimostra bene il caso della nostra lettrice alle prese con il bagaglio consegnato in ritardo da Air France.
“Oltre 700 euro buttati via”
Ci scrive la nostra lettrice M.L. per raccontarci le sue traversie a causa di un disservizio di Air France : “Sono partita per Mosca per un impegno di lavoro. Il ritardato arrivo del bagaglio mi ha impedito di poter svolgere l’attività lavorativa prevista, l’unico motivo per il quale avevo intrapreso il viaggio. A quel punto, avevo realizzato di aver speso inutilmente 286 euro per il volo e 438 per l’hotel. Mi sembra evidente – continua la nostra lettrice – anche il danno arrecato per l’opportunità di lavoro persa. Ad aggravare il tutto, anche se in questo caso il danno economico è stato molto meno rilevante, il mancato puntuale arrivo del bagaglio anche nel viaggio di ritorno”.
“Morti e bagagli persi” pari sono
Alla richiesta di rimborso, la compagnia francese risponde con una prima offerta di un buono viaggio, ritenuta “assolutamente insufficiente”. E a un successiva richiesta da parte della passeggera, Air France taglia corto: “In conformità con le Condizioni generali di trasporto, siamo purtroppo spiacenti di dover confermare di non poter accogliere la richiesta di rimborso per i danni indiretti subiti”. Ma quello che colpisce è la motivazione, che appare da subito quantomeno confusionaria, nel mescolare danni gravi come le lesioni e addirittura il decesso, con la perdita di un giorno: “Per l’esattezza – scrive il vettore francese – il termine “‘anno indiretto’ nelle Condizioni generali di trasporto include non solo morte, ferite o danni fisici al passeggero, ma anche perdita (potrebbe essere perdita “di divertimento”, “perdita di un giorno” o “danno da vacanza rovinata”), perdita parziale, furto o altro danno, che risulti da o sia in connessione con il trasporto o altri servizi”.
Confconsumatori: risarcimento fino a 1.164 euro
Di fronte a una risposta così strana, giriamo la questione a Carmelo Calì, responsabile nazionale trasporti di Confconsumatori: “La compagnia aerea fa un tentativo un po’ maldestro di spostare la questione sulle previsioni del contratto di trasporto e dimentica invece che al caso in esame si applica la Convenzione di Montreal, che attribuisce alla passeggera un risarcimento danni fino a 1.164 euro circa. E per come ha avuto modo di chiarire la Corte di giustizia europea in tale importo sono compresi sia i danni patrimoniali che quelli non patrimoniali“.
L’esperto di Confconsumatori avvalora il suo ragionamento citando dei precedenti analoghi: “Inoltre esistono anche dei casi come quello della signora che sono stati risolti positivamente dai giudici di pace con l’accoglimento della domanda come nel caso di una dirigente di banca che si spostava in aereo per partecipare a un corso di formazione della propria azienda, acuii sono stati smarriti i bagagli”.
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Air France: “Noi forse poco chiari”
Nel frattempo, l’ufficio stampa di Air France risponde al Test assicurando di aver attivato il “customer care locale che si prenderà cura della pratica e che inoltrerà a breve una nuova offerta al legale”, un impegno che il Test-Salvagente non mancherà di seguire, dando conto ai lettori di come andrà a finire la vicenda.
La compagnia chiarisce anche il passaggio confusionario della lettera di risposta: “Per quanto riguarda la lettera che Air France ha inviato, forse non è chiara, ma fa una distinzione tra danni indiretti rimborsabili e non : ovviamente i danni indiretti appartenenti alla prima categoria, ovvero rimborsabili, sono morte, ferite, danni fisici etc…, quelli non rimborsabili sono perdita parziale, furto o altro danno del bagaglio etc…”.
A Tal riguardo, Calì commenta sardonico: “Con le lettere di risposta strambe delle compagnie ai reclami ci si potrebbe fare un libro”.