Giocattoli, veicoli a motore e apparecchi e dispositivi tecnologi: sono queste le categorie di prodotti che sono state più spesso oggetto di notifica nell’Unione Europea secondo il rapporto Rapex che la Commissione ha diffuso in questi giorni. In generale, nel 2019 le autorità dei 31 paesi partecipanti al sistema di allerta rapido (gli Stati membri dell’UE più il Regno Unito, la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein) hanno scambiato 2 243 segnalazioni di prodotti pericolosi attraverso il sistema, da cui sono conseguite 4 477 azioni di follow-up. Si tratta di un aumento del 10 % rispetto all’anno scorso e del 63 % dal 2015. Le azioni intraprese vanno dal ritiro o dalla distruzione di un prodotto da parte dei distributori e dei dettaglianti prima che il prodotto in questione raggiunga i consumatori, al richiamo dei prodotti dagli utilizzatori.
I rischi oggetto di maggiori notifiche riguardavano prodotti che hanno provocato lesioni (27 %), ad esempio fratture o commozioni. I componenti chimici dei prodotti sono stati il secondo motivo di preoccupazione più segnalato (23 %), seguito dai rischi di soffocamento per i bambini (13 %).
Pur non rientrando nella relazione del 2019, dall’inizio della pandemia di coronavirus è stato registrato un certo numero di nuove segnalazioni. Al 1º luglio sono state registrate 63 segnalazioni di mascherine, 3 segnalazioni di tute, 3 segnalazioni di disinfettanti per le mani e 3 segnalazioni di lampade UV (“germicide”). Tra il 1º marzo e il 1º luglio sono state intraprese 10 azioni di follow-up riguardanti le mascherine e una riguardante un disinfettante per le mani, il che ha permesso un’ulteriore armonizzazione delle misure nei confronti di tali prodotti, migliorando così la protezione dei consumatori in tutta Europa.
Se vogliamo soffermarci sulla performances del nostro paese, lo scorso anno l’Italia ha notificato 95 prodotti (si consideri che in cima a questa classifica c’è la Germania che ha notificato 454 prodotti potenzialmente pericolosi. Anche per il follow up, ovvero per le iniziative intraprese dallo Stato membro per evitare che il prodotto pericoloso potesse girare indisturbato per l’Ue, l’Italia non ha brillato: 34 contro i 323 della Bulgaria. Prodotti chimici, giocattoli e cosmetici sono le categorie oggetto di maggiori notifiche causate da un potenziale rischio chimico, da eventuali danni alla persona e strangolamento.