Eccessivo riscaldamento del suolo, aumento pericoloso della temperatura nel serbatoio, guasto del sistema di interruzione dell’alimentazione del pellet in caso di surriscaldamento. Questi, secondo il magazine francese Que Choisir, sono i rischi più frequenti per le stufe a pellet. Questo sistema di riscaldamento è sempre più diffuso, anche perché ritenuto più economico, oltre al fatto che in abitazioni di villeggiatura, diventa spesso più conveniente che fare e manutenere un impianto di riscaldamento a metano. Ma i rischi per la sicurezza di chi lo utilizza non vanno sottovalutati. Direzione generale concorrenza, prevenzione dei consumi e delle frodi francese (DGCCRF) ha condotto un’indagine nel settore: gli investigatori della prevenzione delle frodi hanno controllato 27 stabilimenti,tra produttori e distributori, analizzando 6 modelli di stufe di marche diverse. Sono così state trovate anomalie nel 41% degli stabilimenti ispezionati e nel 100% delle stufe campionate.
I problemi più comuni
La maggior parte dei problemi era relativi all’etichettatura di sicurezza del dispositivo: marcatura e istruzioni, potenza nominale annunciata, spiegazioni sui guasti elettrici. Cinque modelli, il cui marchio non è stato specificato, presentavano problemi di sicurezza: su 1 modello, la temperatura del serbatoio potrebbe presentare rischio di ustioni; su 2 modelli, i bordi taglienti potrebbero esporre al rischio di taglio; su 4 modelli, la copertura in plastica del pulsante di ripristino è stata facilmente allentata (a mano o a causa delle vibrazioni del dispositivo), con conseguente rischio di ingestione da parte di bambini piccoli.
Rischio limitato
La DGCCRF specifica però che il “rischio complessivo è stato valutato come limitato, a causa di una bassa probabilità di insorgenza dei rischi identificati, il che spiega l’assenza di misure di ritiro” per i prodotti in questione . Ha aggiunto che tutti i produttori sono impegnati a correggere questi problemi e ha promesso una nuova indagine in questo settore.
In Piemonte controlli su materiali scadenti
Intanto, in Piemonte, una task force con 10 squadre voluta da Regione Piemonte, Arpa e Carabinieri del Nucleo forestale, è stata messa in campo per individuare ed eliminare dal mercato il pellet non a norma e di scarsa qualità, per ridurre l’impatto sull’inquinamento.