Il ricovero del bimbo italiano di appena 14 mesi che si trova in serie condizioni all’ospedale Meyer di Firenze, probabilmente vittima della stessa infezione da Escherichia Coli che ha provocato tre decessi in Romania, è un tragico episodio che probabilmente si poteva evitare.
A impedirlo, infatti, avrebbe dovuto pensarci la tempestiva attivazione del Rasff (Rapid Alert System Food and Feed), il sistema europeo studiato appunto per mettere in continua comunicazione gli Stati membri e allertare tutta l’Unione in maniera rapida ed efficace su eventuali rischi connessi al consumo degli alimenti.
Sarebbe spettato, dunque, al produttore o alle istituzioni sanitarie della Romania condividere immediatamente la notizia della pericolosa epidemia scoppiata a gennaio, per prevenire che il rischio si ripetesse in altri paesi in cui è commercializzato il prodotto sotto accusa, ovvero un formaggio a pasta molle della ditta SC Bradet.
Ma così, evidentemente, non è stato , se è vero che dell’allerta non c’è traccia nelle comunicazioni del Rasff (non c’è nulla sul portale aggiornato alla data di ieri). Una gravissima mancanza che fa dubitare della funzionalità del sistema.
Tanto più che la ditta rumena ha iniziato il ritiro del prodotto il 9 marzo scorso.