Nel 65% dei casi, le donne con tumore al seno metastatico possono evitare la chemioterapia. La notizia arriva da una meta-analisi di 140 studi che ha incluso 50.029 pazienti, pubblicata su Lancet Oncology e coordinata dall’Università Federico II di Napoli. Lo studio ha dimostrato per la prima volta che nessun regime di chemio è più efficace della combinazione di ormonoterapia e nuove terapie a bersaglio molecolare. Al centro di questo risultato c’è, nello specifico, il tumore al seno metastatico positivo per i recettori ormonali, che appunto vale il 65% delle volte. Una notizia che, solo nel nostro paese, può riguardare 24mila donne, trattabili con questa combinazione.
“Invertire la tendenza rispetto alla chemio”
Lucia Del Mastro, responsabile della Breast Unit dell’Irccs, Ospedale Policlinico San Martino di Genova, commenta così all’Ansa: “Si è evidenziato dunque che le terapie mirate sono efficaci in prima linea, ovvero come primo trattamento, e che la qualità di vita migliora. Questa analisi è molto importante perché, per la prima volta, pone a confronto, in prima e seconda linea, l’efficacia dei regimi oggi disponibili di chemioterapia e ormonoterapia, con o senza terapie mirate. E conferma quanto stabilito dalle linee guida internazionali, che raccomandano, anche in prima linea, l’impiego dell’ormonoterapia posticipando l’uso della chemioterapia in queste pazienti”. La chemioterapia, infatti, ha una maggiore tossicità per il corpo.”Ci auguriamo che l’analisi pubblicata su The Lancet Oncology possa cambiare la tendenza. Le nuove opzioni terapeutiche, infatti – conclude Del Mastro – garantiscono quantità e qualità di vita elevata”.
Lo studio è il risultato di una collaborazione internazionale, coordinata da Mario Giuliano dell’Università Federico II di Napoli e da Daniele Generali dell’Università di Trieste e che ha visto la partecipazione di molti ricercatori italiani