L’appuntamento è tra qualche ore in piazza a Roma (piazza dell’Esquilino pre 11) per far sapere a Bayer che le donne non sono cavie. Al centro della manifestazione – organizzata dal gruppo “Essure-Problemi in Italia” fondato da Annabel Cavalida – ci sono le donne che hanno scelto come contraccettivo il dispositivo Essure fino a qualche anno fa commercializzato dall’azienda tedesca. Dal 2017, infatti Bayer ha sospeso gli impianti omettendo, però, la motivazione reale che va ben oltre, oltre ad essere più grave, dei motivi commerciali.
Nel 2016, Essure è finita nel mirino dell’Agenzia nazionale della sicurezza del farmaco dopo che molte delle 120mila donne che lo avevano scelto come anticoncezionale hanno iniziato a lamentare una serie di effetti collaterali che andavano dai dolori addominali alla nausea, al vomito, alla depressione. Il numero delle donne che accusavano questi problemi è cresciuto mese dopo mese arrivando ad interessare non solo l’Europa ma anche gli Stati Uniti. Alla fine la Bayer è stata costretta a cedere sospendendo gli impianti. Restano però le donne che hanno ancora il dispositivo impiantato. Quello che chiedono in piazza, infatti, è la creazione di un protocollo d’espianto, un vademecum da inviare a tutti i chirurghi e i ginecologi per insegnare loro come espiantare Essure (per farlo è necessario togliere tutto l’utero). Inoltre, chiedono al ministro della Salute di realizzare una mappatura del fenomeno, identificare tutte le donne esposte alle insidie di Essure.