Il vero costo del cibo economico è una spirale di crisi della salute pubblica e di distruzione ambientale. Ad affermarlo non è una Ong ma una commissione governativa che in Gran Bretagna che punta il dito sul sistema agricolo e di allevamento intensivi che deve cambiare entro 10 anni per ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla salute dei consumatori.
Il rapporto della commissione, supervisionato dal segretario all’Ambiente, Michael Gove, ha concluso che gli agricoltori devono essere in grado di passare dall’agricoltura intensiva a una produzione più organica e più naturale, allevando bestiame all’aperto e incentivando colture come i legumi e frutta secca. “La nostra salute e la salute della terra sono fortemente legate ma negli ultimi 70 anni, questa relazione si è incrinata”, si legge nel report, e questo è stato causato da uno sfruttamento intensivo delle materie prime, facendo largo uso di pesticidi e di pratiche agronomiche impattanti, per soddisfare gli “appetiti” della filiera (dagli intermediari alla grande distribuzione) causando a valle una serie di problemi: malattie (il diabete di tipo 2 su tutte) e inquinamento (l’agricoltura contribuisce notevolmente nell’imissione di gas serra in atmosfera, per non parlare degli allevamenti).
Ora l’intero sistema va ripensato e il rapporto (approvato dai laburisti e dai liberali con l’appoggio degli ambientalisti) indica una scadenza: 10 anni. La soluzione? “Le pratiche di ‘agroecologia’ devono essere sostenute – come l’agricoltura biologica e l’agroforestazione, dove gli alberi sono combinati con colture e allevamenti sostenibili”.
Sul quotidiano The Guardian si può leggere un approfondimento dettagliato del report.