Non è bastata la sentenza del Consiglio di Stato che, rigettando i ricorsi di Wind 3, Fastweb e Vodafone (per Tim il giudizio è atteso a breve), li ha obbligato al rispetto della delibera Agcom che impone alle compagnie di rimborsare i giorni erosi dalle cosiddette bollette a 28 giorni per il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e il 5 aprile 2018. Ora le compagnie sembrano fare ostruzionismo sulle modalità di “restituzione” dei giorni pagati in più dagli utenti: non sono automatici, devono essere richiesti dagli utenti.
Ma l’Agcom è stata sempre chiara sull’automaticità dei rimborsi e in queste ore lo ha ribadito anche alle compagnie: la restituzione dei giorni erosi deve essere inserita nella bolletta e quindi ne beneficerà anche chi non la richiede. Molto netto è Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, Unione nazionale consumatori: “I rimborsi sono automatici, punto! Dovremmo poi capire, una volta pubblicate le motivazioni della sentenza, se dovranno essere ‘riaccreditati’ sulla prima bolletta utile o spalmati nel corso dell’anno”.
Altro capitolo controverso sono le offerte compensative che le compagnie stanno proponendo agli utenti al posto dei famosi rimborsi. Gli operatori ovviamente hanno la libertà di fare queste offerte ma considerano che l’accettazione esclude la possibilità di richiedere i rimborsi. Tuttavia l’Agcom non ha mai approvato questo “scambio”, e quindi queste offerte non possono essaere considerate “alternative” ai rimborsi. Anche su questo punto le compagnie invece sembrano andare dritte per la loro strada, non escludendo un ricorso, l’ennesimo, al Tar. “I messaggi che stanno inviando le compagnie – conclude Dona – sono molto ambigui: chiediamo chiarezza anche delle condizioni. La rinuncia a un eventuale diritto di rimborso deve essere accettata dal consumatore”: