La Procura della repubblica di Vicenza ha chiesto il rinvio a giudizio di nove manager della Miteni di Trissino (Vicenza), indagati per disastro innominmato e avvelenamento delle acque, in relazione all’inquinamento da Pfas delle falde acquifere del Vicentino. Stralciate invece le posizioni di altri quattro indagati.
Un’area abitata da 350mila persone
Per decenni, i terreni e la falda acquifera di una vasta area tra Vicenza, Verona e Padova sono stati contaminati dai Pfas, sostanze perfluoroalchiliche, impermeabilizzanti, usate in ambito industriale. I Pfas sono inquinanti “perfetti”: sono inodori, incolori, indistruttibili. Si tratta di una contaminazione senza precedenti per numero di persone coinvolte. Riguarda 350mila cittadini, destinati a diventare molti di più per l’allargamento dell’area interessata a causa dei flussi d’acqua contaminata. Ma poi c’è la filiera alimentare, per cui i Pfas rischiano di finire nei piatti di tutti noi. Tracce di Pfas, potenziali cancerogeni e interferenti endocrini, sono state trovate nell’organismo degli abitanti di queste tre province con effetti sulla salute, anche dei bambini.
L’altro filone d’inchiesta sul GenX
Un altro filone di inchiesta comprende anche l’inquinamento da GenX e riguarda i fatti dal 2013 in poi, in cui è indagato anche l’ultimo amministratore delegato della ditta di Trissino, fallita il 18 novembre scorso, Antonio Nardone.