Autorizzati senza le prove di sicurezza per ri-valutare la loro tossicità. Così 30 pesticidi hanno ottenuto il disco verde dalla Commissione europea che, per mancanza di personale o per lungaggini burocratiche, ha concesso a molecole a dir poco discusse una nuova licenza d’uso. L’accusa arriva dalla sezione olandese della Ong Foodwatch che ha descritto il profilo di rischio di alcuni prinpici attivi autorizzati senza rivalutazione: ci sono ad esempio il tebuconazolo e la flumioxazin sospettati di essere interferenti endocrini, ovvero capaci di alterare il sistema ormonale; diversi poi quelli contenuti nella lista dei “candidati alla sostituzione” a causa della loro tossicità – che ne dovrebbe decretare la messa al bando – tra i quali dimetoato, fenamifos e metribuzina.
Tra di questi anche “vecchie conoscenze” rilevate molto spesso nelle analisi di laboratorio del Salvagente come il folpet (sospetto cancerogeno per l’uomo), il captan (probabile cancerogeno per l’uomo, tossico per i mammiferi e interferente endocrino) e il boscalid.
Davvero scelta discutibile quella della Commissione europea: nel momento in cui viene aumentata la trasparenza di Efsa per l’autorizzazione dei nuovi pesticidi e imposto un iter più “controllabilie” dopo lo scandalo Monsanto Papers, il fatto che Bruxelles imbocchi pericolose scorciatoie non è un bel segnale per i consumatori.