Il termine è brutto – auto schilometrate – ma l’Italia vanta il record in Europa delle vendite di veicoli con il contachilometri truccato. Secondo uno studio commissionato dal Parlamento europeo, il giro di affari a livello continentale si aggira sui 9 miliardi di euro di cui 2 miliardi “realizzati” nel nostro paese, dove vengono vendute circa la metà dei veicoli contraffatti d’Europa.
Purtroppo la prassi truffaldina è alquanto diffusa: il venditore taroccando il tachimetro riesce a vendere un’auto usata con molti meno chilometri e quindi a un prezzo più alto. Ma la vera età del veicolo con le sue usure prima o poi bussano alle porte dell’ignaro acquirente.
Come tutelarsi
E allora cosa fare se abbiamo acquistato un’auto “schilometrata”? I modi per rivalersi sul venditore, una volta che ci si è accorti dell’inganno, ci sono. Il venditore ha precise responsabilità contrattuali in ordine al bene che vende: non può vendere una cosa per un’altra. E un’auto con un contachilometri manipolato ad arte che segna 81mila chilometri è un bene diverso da quello che è realmente, cioè un’auto con il doppio dei chilometri.
Per poter agire, però, è fondamentale avere la prova della manipolazione, magari attraverso una perizia. Dunque, prove alla mano, si può agire contro il venditore entro i 24 mesi della garanzia legale (o 12 mesi se è stato convenuto questo termine ridotto). Innanzitutto, è consigliabile inviargli una raccomandata con avviso di ricevimento con cui gli si contesta il difetto di conformità che colpisce il bene acquistato e si dichiara di voler agire nei suoi confronti.
L’azione legale: riduzione del prezzo di acquisto
Se in via amichevole non si raggiunge un accordo con il venditore, non resta che l’azione legale innanzi al tribunale competente, che è quello di residenza del consumatore. Due le richieste (alternative) che si possono fare in questa sede: la riduzione del prezzo di vendita, se il difetto è lieve; oppure la risoluzione del contratto se il difetto di conformità è grave: se sono “spariti” 50mila chilometri, per intenderci, il difetto è tale da poter chiedere la risoluzione del contratto e la restituzione di quanto pagato, oltre che il risarcimento del danno.
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Attenzione ai termini: la contestazione deve essere fatta entro 60 giorni dalla scoperta del difetto ed entro l’ultimo giorno del periodo di garanzia legale. Se per l’acquisto dell’auto era stato stipulato anche un contratto di finanziamento, questo si risolve insieme al contratto principale (quello di vendita), e grava sul venditore l’onere di restituire la somma di denaro chiesta in prestito alla finanziaria.
Oltre all’azione civile che abbiamo appena descritto, ci sono altre due cose che si possono fare per non farla passare liscia al responsabile della truffa: la segnalazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, perché vendere un veicolo con il contachilometri alterato è una pratica commerciale scorretta; e la denuncia penale del venditore per truffa o frode in commercio, a patto di poter provare che la manipolazione sia a lui riconducibile.