Sui prodotto fitosanitari la Commissione e gli Stati membri rischiano di litigare. Se infatti per i ministri dei vari paesi comunitari riuniti nel Consiglio Agrifish la “situazione è problematica a causa della diminuzione dell’approvazione di nuove sostanze per la protezione delle piante“, per il commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis “non esiste affatto una carenza“. Ha anche aggiunto che, contrariamente a quanto è implicito nella domanda degli Stati membri, il numero di sostanze attive approvate è aumentato da 427 nel 2011 a 489 di oggi.
Non parliamo di un vero braccio di ferro ma sicuramente di frizioni che possano condizionare questo finale di legislatura. A gennaio ad esempio l’Europa dovrà decidere se rinnovare o meno l’autorizzazione al discusso Clorpirifos, il cui utilizzo in passato è avvenuto sulla base di dati distorti sui veri effetti sul cervello, uno dei più diffusi pesticidi impieati al mondo e fino a poche settimane fa considerato “innocuo”.
La richiesta di alcuni Stati membri è per alcuni versi strumentale visto che un paese può autorizzare in emergenza l’uso di un pesticidi ai sensi dell’articolo 53 del Regolamento sui prodotti fitosanitari del 2009, una procedura che è stata applicata da alcuni membri più spesso di altri, nel tentativo di evitare l’iter comunitario molto rigoroso per l’introduzione di prodotti fitosanitari sul mercato. Su questo Andriukaitis ha anche puntato il dito contro le politiche nazionali per eliminare gradualmente o vietare prodotti contenenti principi attivi specifici, sebbene questi siano stati approvati a livello della Ue.