Sono vivaci, curiosi, affrontano argomenti da adulti, hanno una grande immaginazione, sono piccoli inventori, hanno uno spiccato senso estetico, ma si distraggono durante le attività scolastiche, si agitano e disturbano in classe (se sono maschi) oppure si perdono dietro ai loro pensieri (se sono femmine). Questa, in breve, una descrizione del comportamento di un bambino gifted, termine coniato per indicare un bimbo con plusdotazione intellettiva.
Il ragazzo disturba o si annoia a scuola
In pratica un piccolo genio… incompreso. Soprattutto a scuola, dove di solito riceve una pagella con ottimi voti in tutte le materie tranne che in comportamento, dove avrà un’insufficienza. Perché?
Perché a scuola questi bambini si annoiano, avendo bisogno di stimoli diversi. Perché il loro cervello funziona in maniera differente. All’interno della classe questi bambini hanno una velocità del pensiero e dell’esecuzione superiore – ci spiega la dottoressa Maria Assunta Zanetti, psicologa dello sviluppo e direttrice del LabTalento dell’Università di Pavia – per cui devono riempire il tempo dell’attività scolastica. Se sono maschi lo riempiono male, disturbando o assumendo comportamenti non adeguati, che li fanno risultare bambini con problemi, in particolare con Dhd (Disturbo del comportamento). Le bambine, invece, intellettualizzano maggiormente e quindi riempiono il tempo pensando, scrivendo, disegnando, arrivando ad adattarsi meglio.
Su 400 bambini valutati, sono solo mediamente 50 le bambine definite “gifted”, non perché non siano ad alto potenziale intellettivo ma perché spesso a scuola hanno prestazioni e comportamenti adeguati. Tecnicamente quindi è più facile riconoscere un bambino plusdotato piuttosto che una bambina.
Come si riconosce un “gifted”
Ma cosa si intende per plusdotazione intellettiva?
Bambini che hanno una dotazione intellettiva superiore allo standard medio (QI 100). La definizione di soggetto plusdotato ci arriva dagli Usa: parliamo di un soggetto che ha, fra i suoi pari d’età, una caratteristica di funzionamento superiore nell’apprendimento in uno o più domini. I domini individuati alla fine degli anni 70 sono: alta dotazione cognitiva, capacità di leadership, attitudine scolastica, capacità creativa, talento nelle arti visive e dello spettacolo. Per essere considerati plusdotati non è necessario eccellere in tutte e cinque le categorie ma bisogna possedere il surplus di capacità cognitiva (QI superiore a 130) e una capacità in un’area accademica importante: non fa nulla se mancano la leadership o il talento nelle arti visive e dello spettacolo, anche se la creatività resta sempre importante.
Scuola e genitori vanno aiutate
Riconoscerli a scuola è difficile: gli insegnanti devono saper interpretare i segnali e non confondere un bambino gifted con uno bravo a scuola solo perché studia tanto. Un plusdotato lo si scopre mettendolo alla prova al di fuori degli schemi prefissati, in attività di ragionamento libero.
Le associazioni che si occupano di questi bambini cercano di supportare gli insegnanti, quando le scuole le contattano. Ma anche i genitori devono essere aiutati, magari anche spiegando loro che non esistono persone di serie A e di serie B, bisogna educarli ad accettare le caratteristiche dei propri figli senza esaltarle mai perché ciò può creare problemi. dottoressa Anna Maria Roncoroni, psicologa specializzata in Neuropsicologia e presidente di Aistap, l’Associazione italiana per lo sviluppo del talento e della plusdotazione, spiega ai genitori: “Se vedono sempre nei propri figli qualità superiori, se le hanno veramente li sottopongono a pressioni fortemente negative e se non le hanno li sottopongono a situazioni che i bimbi non riescono a gestire, non riuscendo a essere quello che vorrebbero i genitori. In questo caso creano loro frustrazioni che permangono e ne modellano il futuro carattere”.
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