La Cpt, la Commissione tributaria provinciale, di Roma ha riconosciuto le ragioni di un contribuente che chiedeva il dimezzamento della Tari perché lo smaltimento rifiuti davanti casa sua era “del tutto inidoneo e irregolare” e quindi ha accolto il ricorso: l’utente dovrà versare solo il 50% dell’importo dovuto per la Tariffa Rifiuti.
Con la sentenza 6269/41/2018 la Commissione tributaria ha dato ragione al contribuente anche se l’azienda municipalizzata, ovvero l’Ama, non si è costituita in giudizio.
Vale la pena ricostruire i fatti. Nel 2012 il cittadino stanco di vedere la strada sotto casa invasa di rifiuti segnala con telefonate e lettere di diffida accompagnate da fotografie la sitauzione all’azienda. Rivendica da subito di aver subito “un grave disservizio sia per la mancata raccolta dell’imondizia” sia “per la posizione con cui erano stati collocati i cassonetti nelle immediate vicinanze della propria abitazione e in dettaglio davanti alla propria finestra, creando un’inevitabile situazione di carenza igienico-ambientale“.
Negli anni la sitauzione non cambia e nel 2017 presenta il ricorso alla Commissione tributaria per la Tari dovuta per il 2015: il contributente chiede che gli venga riconosciuto il dimezzamento del 50% dell’importo richiesto. Ricorso accolto perchè le toghe tributarie hanno accertato lo stato del servizio “del tutto inidoneo e irregolare”, accordando “una riduzione della tariffa dovuta al 50%”.
La sentenza apre la strada a possibili altri ricorsi anche se non ci sono automismi: va sempre provato prima la non idoneità e quindi la irregolarità del servizio di raccolta e smaltimento dei solidi urbani.
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