Spagna, Francia e Italia alla sbarra per le condizioni degli allevamenti dei conigli. I tre principali paesi produttori – insieme fanno l’85% degli allevamenti continentali – sono finiti al centro delle critiche del report dell’Unione europea. Le gabbie tradizionali, infatti, costituiscono la norma nell’allevamento e limitano l’espressione dei comportamenti naturali degli animali e incrementano il rischio di situazioni come l’eccessiva densità , anche se agevolano la manipolazione e la disinfezione, spiega l’Europa.
Solo il 6% degli allevamenti presta attenzione al benessere di questi animali e si sta conquistando un mercato di consumatori attenti sopratutto nell’Europa centrale. Le carni di coniglio prodotte in questi modi hanno etichette specifiche e sono più costose.
La soluzione, secondo il report, sono i sistemi di produzione con gabbie attrezzate; al momento limitate al 9% della produzione, pongono parziale rimedio alle carenze che le gabbie convenzionali rappresentano sul piano del benessere degli animali, mantenendo una rigorosa biosicurezza.
Va ricordato che il Parlamento europeo a marzo del 2017, convinto dalla petizione di 600mila europei, aveva cotato per una dismissione graduale delle gabbie per i conigli in UE e per una legge specie specifica che tuteli i conigli negli allevamenti. Legge ancora di là da venire.