L’uso degli antibiotici ha ridotto notevolmente la frequenza delle complicanze dovute all’otite nei bambini ma non bisogna sottovalutare i rischi neurologici di un’infezione non curata. A fare il punto un rapporto pubblicato sulla rivista Current Neurology and Neuroscience Reports condotto dal Loyola University Health System secondo cui la complicazione più letale dell’otite media è l’ascesso cerebrale, un accumulo di pus nel cervello a causa dell’infezione.
L’otite media si verifica quando un’infezione da raffreddore, allergia o delle vie respiratorie superiori porta all’accumulo di pus e muco dietro al timpano, provocando mal d’orecchi e gonfiore. Nei Paesi sviluppati, circa il 90% dei bambini ha almeno un episodio prima dell’età scolare, di solito tra i 6 mesi e i 4 anni di età. Oggi, complicazioni secondarie dell’otite media si verificano in circa 1 su 2.000 bambini nei Paesi sviluppati.
Altre complicazioni includono:
Meningite batterica: sintomi come forti mal di testa, febbre alta, rigidità cervicale, irritabilità, malessere e alterazioni dello stato mentale. Mentre l’infezione si diffonde, il paziente sviluppa maggiore agitazione, delirio e confusione.
Mastoidite acuta: infezione che colpisce il mastoide (osso collocato dietro l’orecchio). Deve essere curata per impedire che progredisca in complicazioni più gravi
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Perdita dell’udito: la perdita permanente dell’udito è rara e si verifica in circa 2 bambini su 10.000 con otite media.
Paralisi facciale: prima degli antibiotici, questa complicazione si verificava in circa 2 casi su 100 di otite media. Da quando esistono gli antibiotici, la percentuale è scesa a 1 su 2.000 casi. Deve essere trattata con urgenza. Circa il 95% dei pazienti di otite media che sviluppa una paralisi facciale guarisce completamente.