Una gastronomia può congelare e preparare pasti?

Caro Salvagente, una gastronomia al minuto sta valutando l’idea di produrre alimenti (a partire da cibi freschi) presso il proprio laboratorio, effettuarne una cottura parziale e un relativo abbattimento termico.
I prodotti così ottenuti sarebbero conservati a temperatura inferiore ai -18°C e dietro richiesta del cliente scongelati per il riscaldamento o l’ultimazione della cottura. I cibi potrebbero essere destinati anche alla vendita on line.
Se quest’azienda effettuasse il congelamento/surgelamento degli alimenti presso il proprio laboratorio, sarebbe obbligata a dichiarare ai suoi clienti che i semilavorati o i prodotti finiti possono anche essere stati precedentemente congelati/surgelati? Oppure questa indicazione si può omettere in quanto tale trattamento fa parte del processo produttivo dell’azienda?

Pamela Frizziero

Cara Pamela, abbiamo chiamato Dario Vista, tecnologo, nutrizionista ed esperto noto ai lettori del nostro giornale, a darle una risposta di merito.

Partiamo dal fatto che una gastronomia al minuto (immaginiamo di generi alimentari) è un esercizio di vicinato e in quanto tale è autorizzato alla sola “vendita” al dettaglio di alimenti e bevande. Gli esercizio di vicinato non possono fare né produzione, ne somministrazione.

Le ASL non autorizzano locali destinati a esercizio di vicinato per la produzione. Quando viene rilasciato il numero di registrazione sanitaria, questo è associato in maniera univoca ad una precisa tipologia di attività (nella foto un esempio di autorizzazione sanitaria per esercizio di vicinato).
Nel caso di un’azienda autorizzata come laboratorio di produzione e confezionamento, che produce e commercializza online (quindi trattasi di prodotto confezionato a tutti gli effetti) l’indicazione “surgelato o congelato” è obbligatoria sulla confezione (vedi immagine allegata) ed è opportuno anche indicare le modalità di conservazione.