Termosifoni che prendono vita in agosto e contabilizzano un consumo inesistente che finisce in bolletta. Sembra assurdo, ma a giudicare da una segnalazione ricevuta dal Salvagente e dalle verifiche che abbiamo fatto, è vero e potrebbe essere successo a milioni di italiani.
Consumi anomali
La storia inizia dalla lettera del nostro lettore Franco Lodigiani di Melzo nel milanese, che segnala un problema con i ripartitori di calore, le scatoline che vengono attaccate al calorifero, installati in casa sua. La legge, infatti, prevede che nei condomini con sistema di riscaldamento centralizzato, questi rilevatori insieme alle valvole termostatiche, siano obbligatori, per ragioni di risparmio energetico, a partire dallo scorso giugno. “Lo scorso anno, a settembre 2016, – scrive il signor Lodigiani – i ripartitori sono stati applicati anche nei nostri appartamenti. A fine stagione, dopo il passaggio del tecnico addetto al prelievo e all’azzeramento dei contatori, verifico sugli strumenti stessi che la procedura sia andata a buon fine e che riportino il valore zero predisposto per la nuova stagione. Tutto perfetto”.
30 euro “rubati” all’anno
Ma fortunatamente il lettore decide di controllare anche a fine settembre il contatore, prima dell’accensione del riscaldamento per la stagione invernale e scopre che i ripartitori di calore riportano globalmente già 315 scatti”, che rappresentano le frazioni di consumo calcolate in base al consumo medio del condominio. Il nostro lettore, facendo un rapporto tra l’ammontare di scatti consumati complessivamente nell’ultima stagione invernale e il costo delle bollette per il riscaldamento, è giunto alla conclusione che questi 315 scatti erroneamente calcolati corrispondono a circa 30 euro, pari al 5% circa del consumo. Una cifra tutt’altro che irrilevante!
Controlli assenti
Il signor Lodigiani, notata l’anomalia contatta subito l’amministratore condominiale, e “dal momento che i ripartitori non avrebbero dovuto funzionare durante i mesi estivi, per la semplice ragione che i termosifoni erano spenti, questi mi consiglia di chiamare l’installatore che mi rassicura sul fatto che a chiusura esercizio 2017/2018, tale valore verrà sottratto dal totale”. Ma il lettore si chiede: “Non essendo passato l’addetto a rilevare questi consumi anomali estivi e ad azzerare di nuovo i ripartitori, mi domando come faranno a stabilire anche per gli altri condomini i valori da scontare?“.
Non è l’unica domanda che si pone Franco Lodigiani: “Mi chiedo a questo punto se questo comportamento anomalo sia imputabile solo al modello installato nei nostri appartamenti (Riparto della ditta Ulteria) oppure riguardi tutti i ripartitori. Se così fosse, ci sarebbe da preoccuparsi”.
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Cna: “Anomalia possibile”
Abbiamo girato la domanda a Franco Pozzoni, Presidente di Cna installazione impianti Lombardia. E Pozzoni ci conferma che “È normale. La scatoletta bianca misura il la differenza di calore del radiatore rispetto all’ambiente. Se ho un radiatore che è irraggiato dal sole durante l’estate, e si scalda la piastra d’acciaio, questa diventa calda rispetto all’ambiente, il ripartitore comincia a conteggiare”. Secondo un esperto ingegnere che abbiamo contattato, basta una differenza di temperatura di 3-4 gradi tra radiatore e atmosfera circostante per far partire il conteggio degli scatti. Che poi prosegue a registrare differenze anche inferiori a un grado.
Un problema che con il caldo torrido delle ultime estati potrebbe essere capitato a moltissimi italiani. “La mia ditta per esempio azzera tutti i ripartitori al 1° di ottobre – spiega Pozzoni – a parte che si dovrebbero azzerare automaticamente al 15 ottobre e ripartire con la contabilizzazione nuova. Se non succede, bisogna chiamare il tecnico e farseli azzerare”.
Ma quanti italiani hanno voglia o sono in grado di vedere su quel apparecchio la cifra che segna all’inizio della stagione dei riscaldamenti? E controllare che gli addetti la azzerino?
Con chi protestare
Nel caso in cui ci accorgesse dei falsi consumi estivi conteggiati, secondo il presidente della Cna installazione impianti Lombardia, “Si può contestare l’amministratore o la ditta responsabile dei termoimpianti per la non regolarità della ripartizione delle spese, e chiedere un rimborso adeguato”. Rimane il fatto che siamo probabilmente di fronte a un vulnus che sta costando una cifra rilevante ogni anno agli italiani e a cui nessun regolatore ha pensato di porre rimedio.”Possibile che gli enti certificatori preposti alla verifica di idoneità di tali apparecchi non abbiano previsto questo tipo di controllo? – si chiede Franco Lodigiani – Siamo di fronte al solito pasticcio italiano?”
Una critica per nulla assurda se si considera che a pagare per consumi fantasma possono essere all’interno dello stesso condominio, queggli appartamenti che non hanno condizionatori o hanno termosifoni più esposti al sole…