Virus sinciziale: al Bambino Gesù attesi oltre 10.000 accessi al pronto soccorso

FEBBRE DA CALDO BRONCHIOLITE VIRUS SINCIZIALE

Si prevede una stagione influenzale intensa: più di 5 milioni di minori a letto. Ricoveri gravi dimezzati grazie agli anticorpi monoclonali contro il virus sinciziale. Come prevenire, cosa aspettarsi e quando preoccuparsi in caso di contagio del bambino

Rhinovirus, coronavirus, virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus, enterovirus e virus respiratorio sinciziale: sono questi i principali responsabili delle infezioni respiratorie che tornano a colpire con l’arrivo dell’inverno. Dopo una stagione record, con oltre 16 milioni di italiani contagiati nel 2024-25 (un terzo dei quali bambini), il Bambino Gesù di Roma si prepara a fronteggiare una nuova ondata di casi: oltre 10.000 accessi al pronto soccorso sono attesi nei prossimi mesi, con i primi casi già in anticipo di due settimane rispetto allo scorso anno.

Ricoveri in calo, ma attenzione ai più piccoli

Nella scorsa stagione, i ricoveri in terapia intensiva per infezioni respiratorie acute si sono dimezzati, passando da 98 a 49, anche grazie all’introduzione degli anticorpi monoclonali contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), principale causa di bronchiolite nei neonati.
“Anche quest’anno affronteremo una stagione in cui i virus respiratori circoleranno con forza – spiega il professor Alberto Villani, responsabile di Pediatria generale, malattie infettive e DEAI II livello dell’ospedale –. È fondamentale mantenere alta l’attenzione: evitare ambienti affollati per i lattanti, rispettare le norme igieniche e vaccinare i bambini contro l’influenza”.

Un inverno di virus: cosa aspettarsi

Secondo le previsioni basate sui dati australiani, la stagione 2025-26 sarà particolarmente intensa, con la circolazione prevalente dei ceppi A/H3N2 e B/Victoria.
Durante l’inverno, i picchi variano a seconda del virus:

  • Influenza: tra dicembre e febbraio

  • Raffreddore: distribuito per tutta la stagione

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  • Bronchiolite da RSV: da novembre a marzo

  • Virus parainfluenzali tipo 3: più frequenti in primavera ed estate

Vaccini e anticorpi: le armi della prevenzione

Lavarsi spesso le mani, coprirsi quando si starnutisce, evitare contatti con persone sintomatiche: le regole di base restano valide. Ma la vera protezione arriva dai vaccini e dagli anticorpi monoclonali.
Il vaccino antinfluenzale è raccomandato per i bambini dai 6 mesi ai 7 anni, per chi soffre di patologie croniche, per le donne in gravidanza, per gli over 60 e per il personale sanitario. È in corso anche la campagna vaccinale contro il Covid-19.
Per i lattanti e i bambini fragili, sono disponibili anticorpi monoclonali contro l’RSV e un vaccino specifico per le donne in gravidanza, per proteggere i neonati dalla bronchiolite.

“In una stagione respiratoria che si preannuncia impegnativa – sottolinea la dottoressa Marta Ciofi degli Atti, responsabile dell’UOC di Epidemiologia – è fondamentale potenziare ogni strumento di protezione. Vaccini e anticorpi monoclonali sono armi complementari, capaci di ridurre incidenza, complicanze e accessi ospedalieri”.

Quando preoccuparsi e quando no

Nella maggior parte dei casi, raffreddore, tosse, mal di gola e febbre si risolvono spontaneamente con riposo e farmaci sintomatici come il paracetamolo. Gli antibiotici vanno usati solo su indicazione del pediatra, perché inefficaci contro i virus.
Importanti anche i lavaggi nasali con soluzioni fisiologiche e una buona idratazione. In caso di febbre, meglio vestire il bambino leggero e valutare lo stato generale piuttosto che il numero sul termometro.

Serve rivolgersi al medico o al pronto soccorso se compaiono difficoltà respiratorie, sonnolenza insolita, dolore intenso o peggioramento del quadro generale, soprattutto nei neonati, nei prematuri o nei bambini con patologie croniche.
“La prevenzione resta il cardine – conclude il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile dell’unità DEA II livello –. I genitori devono evitare il fai-da-te e rivolgersi al pediatra per una valutazione clinica: è il modo migliore per garantire cure sicure e appropriate”.