Una scelta protezionistica. Così la Food Drink Europe, Confederazione delle Industrie Alimentari in Europa, con sede a Bruxelles, ha bollato lo schema di disegno di legge di delegazione europea approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri con il quale il governo potrà adeguare la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura dei prodotti alimentari. Entrato in vigore a dicembre dello scorso anno, il provvedimento europeo ha abolito l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione: una previsione che ha suscitato le reazioni negative dell’opinione pubblica tant’è che il governo è corso ai ripari con la norma approvata nei giorni scorsi.
Ma l’industria europea non ci sta: “Il requisito obbligatorio proposto (dall’Italia) potrebbe creare uno svantaggio competitivo per alcune aziende e va contro la regolamentazione del Consiglio dell’Unione europea del 2014 secondo cui i produttori sono tenuti a scrivere in etichetta informazioni standardizzate” spiega la Confederazione a FoodNavigator aggiungendo che “il requisito proposto non ha l’obiettivo di migliorare la salute dei consumatori dal momento che l’UE ha un sistema solido in atto per garantire la sicurezza alimentare”.