Altro che fresca e dissetante bevanda estiva. I mojitos che i venditori ambulanti offrono (illegalmente) ai frequentatori delle spiagge spagnole sono un vero e proprio attentato alla loro salute, un covo di pericolosi batteri come quello dell’Escherichia coli.
Lo ha svelato un’inchiesta del giornale El Pais che ha portato ad analizzare in laboratorio alcuni campioni delle bevande e dei cibi venduti in questo periodo sulla spiaggia della Barceloneta, a Barcellona: oltre al mojito, la sangria, i panini imbottiti e le empanadillas samosas (fagottini a base di patate e piselli tipici della cucina indiana e pakistana).
Nel mojito limite superato di 72 volte
Il risultato è stato alquanto sconcertante: nelle bevande sono stati trovati batteri fecali E.Coli in proporzioni molto più alte di quelle consentite. Nel mojito, in particolare, è stato rilevato un valore di 720 coliformi, quando quello autorizzato è di 10.
Nel panino con formaggio e prosciutto il valore rilevato dei coliformi era di 6.000 contro il massimo consentito di 1.000, mentre per l’E.Coli (un sottogruppo dei coliformi fecali) il valore era di 100 quando non si può superare il 10.
Ma non è tutto. Nei campioni analizzati è stata rilevata anche la presenza di Salmonella e Listeria monocytogenes.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Ghiaccio contaminato e scarsa igiene
Sotto accusa il ghiaccio utilizzato per le bevande, probabilmente prodotto con acqua contaminata dai batteri, e la scarsa igiene della preparazione (in sostanza le mani sporche dei venditori). Problemi di cui abbiamo già parlato a proposito di un’inchiesta della televisione inglese Bbc sulle bevande ghiacciate di alcuni bar delle famose catene Starbucks, Costa o Caffè Nero e di uno studio della Regione siciliana sul ghiaccio che finisce in cocktail e granite.
Ma ad incidere negativamente sulla qualità dei cibi e delle bibite è anche la cattiva conservazione dei prodotti, venduti a temperature non idonee che facilitano la proliferazione dei batteri.
Ad esempio, l’empanadilla samosa è stata acquistata a 29.3 gradi, mentre dovrebbe essere consumata fredda oppure calda, ma a 70 gradi.
E il mojito, al momento dell’acquisto, si trovava ad una temperatura di 15,6 gradi, mentre in qualsiasi locale autorizzato è servito a 3 o 4 gradi.