“Mi sembrava di essere in un incubo, e tutto solo per rinnovare un documento nella Capitale d’Italia”. A scriverci è Chiara N. romana, che insieme a migliaia (forse decine di migliaia) di concittadini ha sperimentato sulla propria pelle il sistema di rinnovo della carta d’identità elettronica, che – a giudicare dalla sua storia – sembra al collasso, con cittadini rimandati addirittura a dicembre per vedersi riconosciuto il diritto di non circolare con il documento scaduto.
Il racconto
“Ero stato negli uffici del mio municipio (il V, ndr) già a giugno – racconta Chiara – quando mi era scaduta la carta, per rinnovarla. Già allora mi era stato detto che prima di agosto non sarebbe stato possibile far nulla perché le prenotazioni erano state sospese. Ho rimandato e mi sono ripresentata il 7 agosto. Quasi incredula mi sono sentita dire dall’addetta alle prenotazioni che il dipartimento centrale – quale? la donna non ha saputo rispondermi con precisione – ha sospeso tutte le prenotazioni e che prima di ottobre non se ne parlava”. Chiara racconta che in quel momento è entrata un’altra signora disperata raccontando che doveva rinnovare la carta d’identità del figlio minorenne e aveva tentato di prenotarsi tramite il servizio online tupassi.it (magnificato dal Comune di Roma come risolutivo per le code) scoprendo che fino a dicembre nessun municipio tra i 15 della Capitale permetteva di riservare un incontro per il disbrigo della pratica. Abbiamo verificato, ed effettivamente, tramite poche eccezioni che rimandano comunque ad ottobre, in molti municipi la prenotazione per il rinnovo di questo documento risulta addirittura sospesa.
La coda all’alba
Chiara continua: “L’addetta del municipio ci dice che l’unico modo di avere la carta d’identità, a titolo di favore, è presentarsi la mattina dopo alle 7.30 con un biglietto aereo per dimostrare l’urgenza, e sperare di essere tra i quindici in grado di essere soddisfatti”. La nostra lettrice fortunatamente ha un volo per il sabato successivo e la mattina seguente si alza all’alba per mettersi in coda. Dopo quasi due ore di attesa tra nervosismi, urla, gente che tenta di passarle avanti, e tutti gli annessi di una situazione assurda e stressante (si pensi a chi rischia di perdere il volo delle ferie perché non ha un altro documento in regola), riesce ad ottenere un appuntamento per la tarda mattinata.
E alla fine il vecchio documento di carta
“La ciliegina sulla torta – spiega Chiara – è che dopo tutta questa trafila mi hanno fatto la carta d’identità cartacea, perché quella elettronica non mi sarebbe arrivata in tempo utile per la partenza, sottolineando che ‘sì, vale come quella nuova, ma vedrà che tra un’anno o due la ritireranno e le toccherà rifare quella elettronica”.
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I perché del ritardo
Non sono chiari i motivi di rallentamenti tanto enormi, ma una delle ragioni potrebbe essere che la produzione e stampa del documento avviene solo a Roma presso l’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, non solo per i documenti richiesti dai cittadini romani ma anche per le richieste provenienti dalle altre 350 amministrazioni locali (circa il 50% della popolazione italiana) che hanno attivato la procedura. Come già successe nel 2006 con l’introduzione del passaporto elettronico, in Italia non è raro che le nuove tecnologie pubbliche vengano sperimentate direttamente sulla pelle dei malcapitati cittadini.