Dal 1° ottobre anche Sky passa alla fatturazione ogni 28 giorni e non più dopo un mese. Per gli utenti, come ha ammesso la stessa pay tv, tutto questo si tradurrà in un aumento dell’8,6% e le fatture da 12 diventeranno 13 all’anno. Sky dunque imbocca la stessa strada scelta dalle compagnie telefoniche che da tempo inviano le bollette dopo 4 settimane: una decisione duramente criticata dall’Autorità per le Comunicazioni che ha multato gli operatori obbligandoli a tornare alla fatturazione mensile almeno per chi ha solo l’abbonamento alla linea fissa e internet.
Dal canto suo Sky in una nota giustifica così i rincari: “Al fine di continuare a garantire un servizio completo e sempre più innovativo, in un contesto competitivo e in forte evoluzione, Sky introdurrà un modello di offerta commerciale già utilizzato da altri operatori in diversi settori”.
L’indignazione degli utenti non si è fatta attendere. Come quella di Mauro Scandellari nostro lettore: “E’ in arrivo anche per Sky la fatturazione a quattro settimane e mi chiedo, oltre alla corretta applicazione della decisione, perchè di tutto questo silenzio da parte delle varie associazioni in difesa del consumatore? Dobbiamo subire ed accettare o si può fare qualcosa? Ritengo che la formula “garantista” del recesso in cambio di variazioni, sia pretestuosa“.
UNC presenta esposto all’Agcom
Ma la decisione di Sky non è passata inosservata neanche alle associazioni dei consumatori. Tra queste, l’Unione nazionale consumatori si è subito attivata presentando un esposto all’Autorità garante delle Comunicazioni, chiedendo di “adottare una regolamentazione urgente che preveda, nel caso di offerte bundle (internet, telefono e pay tv), che la cadenza di rinnovo e fatturazione vada individuata nel mese, quale periodo temporale minimo, per consentire all’utente di avere una corretta e trasparente informazione sui consumi fatturati“.