Meno vaccini obbligatorie e sanzioni meno elevate. Sono gli aggiustamenti al decreto sull’obbligo vaccinale che ha concluso ieri l’iter in Commissione (Bilancio e Sanità) per passare, la settimana prossima, alla discussione in Aula al Senato. Entro le prime settimane di agosto il decreto dovrà essere convertito in legge altrimenti decade. Non è questo l’obiettivo del Governo che è, piuttosto, disposto a trovare una mediazione che lasci intatto l’impianto centrale del provvedimento.
Lo scoglio delle Regioni
Le Regioni sono spaccate sul decreto vaccini. Il Veneto e la Valle d’Aosta, durante la Conferenza dei presidenti delle Regioni di questa mattina, hanno espresso un voto contrario sul parere approvato a maggioranza che i governatori esprimeranno questo pomeriggio in Conferenza Stato-Regioni. “A ore presenteremo il nostro ricorso alla Corte costituzionale per impugnare il decreto” ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia. “E’ una posizione incomprensibile quella del Veneto, la maggioranza del paese ci chiede di andare in questa direzione” è stato il commento del presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
Vaccini obbligatori da 12 a 10
Dopo il via libero dell’Istituto superiore di sanità, le vaccinazioni obbligatorie sono diminuite. Escono dalla lista anti-meningococco B, anti-meningococco C che, con l’anti-pneumococcica e anti-rotavirus, diventano “solo” consigliate e comunque gratuite (ogni sei mesi, il ministero della Salute, sentito l’Istituto superiore di sanità, “fornisce indicazioni operative per l’attuazione” della misura in base alla quale le Regioni “assicurano l’offerta attiva e gratuita” dei vaccini “consigliati”). Insomma, per la frequenza all’asilo nido e alla materna sono obbligatorie queste vaccinazioni:
– anti-poliomielitica;
– anti-difterica;
– anti-tetanica;
– anti-epatite B;
– anti-pertosse;
– anti-Haemophilus influenzae tipo b;
– anti-morbillo;
– anti-rosolia;
– anti-parotite;
– anti-varicella.
Sanzioni più basse
Ai genitori e tutori segnalati dalla Asl per la mancata vaccinazione per i proprio figli sarà applicata una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 euro a 3.500 euro, proporzionata alla gravità dell’inadempimento (ad esempio: al numero di vaccinazioni omesse). Scende dunque il tetto massimo che nel decreto uscito da Palazzo Chigi era stato fissato a 7.500 euro. Infine, è stato cancellato ogni riferimento alla possibilità di perdita della patria potestà per quei genitori che rifiutano di far vaccinare i loro figli.
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L’obbligo soggetto a verifica
Confermata, infine, la misura per la quale, sulla base della verifica dei dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte, il Ministero della Salute, con decreto da adottare decorsi tre anni dalla data di entrata in vigore della legge, e successivamente con cadenza triennale, potrà disporre la cessazione dell’obbligatorietà per una o più delle vaccinazioni per morbillo, rosolia, parotite e varicella.
La nostra guida
Nel numero in edicola del Salvagente una guida rivolta ai genitori che scioglie tutti i dubbi per assolvere l’obbligo vaccinale per la frequenza dell’asilo nido e della materna.