Il Messico contro gli Usa: “Continueremo a vietare glifosato e Ogm per difendere i cittadini”

GLIFOSATO OGM

Le istituzioni scientifiche messicane confermano, in una delle più vaste analisi scientifiche mai condotte, che il divieto del glifosato e degli Ogm è essenziale per difendere i cittadini. E la presidente Claudia Sheinbaum assicura che non si pegherà ai diktat degli Usa

 

Il Messico si trova al centro di una battaglia scientifica, politica ed economica sull’uso degli erbicidi contro la lobby di Bih Pesticides e gli Stati Uniti. Il paese, attraverso il Consiglio Nazionale di Scienze Umanistiche, Scienza e Tecnologia (CONAHCYT, una delle istituzioni più importanti in Messico per lo sviluppo e il progresso del sapere e dell’innovazione), ha confermato la decisione di vietare progressivamente il glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo, e di limitare severamente il mais geneticamente modificato (Ogm) nei prodotti di consumo umano.

Secondo le autorità messicane, il glifosato rappresenta un rischio inaccettabile per la salute dei cittadini, una posizione supportata da un’analisi scientifica di oltre 200 pagine con 1.200 riferimenti accademici (qui la versione integrale in inglese pubblicata dal portale Usa USRTK), una delle valutazioni più complete e aggiornate sui pericoli sanitari e ambientali legati all’erbicida e agli alimenti Ogm.

Il principio di precauzione

L’approccio del Messico si basa sul principio di precauzione, una strategia che privilegia la prevenzione in caso di incertezza scientifica, specialmente quando si tratta di potenziali danni gravi o irreversibili. María Elena Álvarez-Buylla, ex direttrice del CONAHCYT e genetista molecolare di fama internazionale, ha spiegato che la revisione scientifica condotta dal Messico evidenzia rischi significativi per la popolazione, in particolare per i consumatori di mais minimamente lavorato, come tortillas e masa.

“In Messico consumiamo molto più mais direttamente rispetto ad altre parti del mondo, da mezzo chilo a un chilo al giorno,” ha sottolineato Álvarez-Buylla. Questo rende la popolazione particolarmente vulnerabile ai potenziali effetti negativi del glifosato e del mais Ogm.

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Glifosato sotto accusa

Numerosi studi scientifici citati dal rapporto del CONAHCYT collegano il glifosato a gravi effetti sulla salute, tra cui:

  • danni al fegato: studi epidemiologici recenti mostrano che l’esposizione al glifosato è associata alla steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una malattia in aumento tra gli adolescenti statunitensi.
  • problemi riproduttivi e neuro-sviluppo: ricerche indicano un legame tra esposizione precoce al glifosato e ridotto peso alla nascita, danni allo sviluppo neurologico e cancro.
  • microbioma intestinale: l’erbicida è accusato di alterare il microbioma, con conseguenze potenziali sulla salute generale.

A preoccupare è anche la presenza di residui di glifosato negli alimenti, specialmente nel mais importato dagli Stati Uniti, dove circa l’80% delle coltivazioni viene trattato con erbicidi a base di glifosato.

Mais Ogm: un rischio amplificato

Il mais Ogm e in particolare il mais Bt (modificato per produrre tossine contro gli insetti), è un altro fronte critico della battaglia del Messico. Mentre le aziende biotecnologiche sostengono che il mais transgenico sia “sostanzialmente equivalente” a quello tradizionale, studi indipendenti evidenziano rischi per la salute:

  • fertilità maschile e alterazioni immunologiche
  • tossicità per reni e fegato
  • danni al sistema digestivo

La situazione è ulteriormente complicata dalle varietà di mais OGM con tratti genetici “accumulati,” che combinano più geni per resistere a diversi erbicidi e produrre tossine Bt. Secondo dati presentati agli organismi commerciali, i livelli di tossine nei mais Ogm sono aumentati significativamente, passando da 2-6 parti per milione (ppm) negli anni ’90 a 50-100 ppm nelle varietà attuali.

“Questo aumento non solo solleva preoccupazioni per la sicurezza alimentare, ma riflette anche l’evoluzione della resistenza degli insetti alle tossine Bt,” spiega Charles Benbrook, esperto di biotecnologie. “Per affrontare questo problema, le aziende aumentano le dosi di tossine, esponendo i consumatori a rischi sempre maggiori.”

La sfida agli Stati Uniti

Nonostante le pressioni degli Stati Uniti, che hanno presentato un reclamo commerciale nell’ambito dell’accordo USMCA, il Messico rimane fermo. La presidente Claudia Sheinbaum ha dichiarato che il paese non autorizzerà la coltivazione di mais Ogm e che si sta lavorando a una modifica costituzionale per proteggere il mais tradizionale e la salute dei cittadini.

“Questa è la migliore difesa che abbiamo per la biodiversità e la nostra salute,” ha affermato Sheinbaum, aggiungendo che il divieto di mais Ogm e glifosato è una misura necessaria per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine.

Un fronte che vede anche una decisa presa di posizione dei consumatori statunitensi. “Se questa disputa commerciale fosse basata esclusivamente sulla scienza, il Messico dovrebbe vincere,” ha dichiarato Michael Hansen, scienziato senior di Consumers Union, l’associazione di consumatori più forte del Nord America. “Gli Stati Uniti non hanno portato prove scientifiche sufficienti per dimostrare la sicurezza del loro mais OGM.”