Smog, lo studio: anche la bassa esposizione al particolato può ridurre le abilità cognitive dei bambini

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Una maggiore esposizione allo smog nei primi anni di vita può rendere più difficile per i bambini apprendere e elaborare informazioni, specialmente per quanto riguarda il pensiero critico e i compiti non verbali, secondo un nuovo studio pubblicato su Environmental Health

 

Una maggiore esposizione all’inquinamento atmosferico esterno nei primi anni di vita può rendere più difficile per i bambini apprendere e elaborare informazioni, specialmente per quanto riguarda il pensiero critico e i compiti non verbali, secondo un nuovo studio pubblicato su Environmental Health.

Lo studio

I risultati, come scrive Us Right to Know che riporta la notizia, si basano su una revisione e analisi di dati provenienti da sei studi epidemiologici che hanno coinvolto 4.860 bambini di diverse popolazioni in Nord America, Europa e Asia. Evidenziano ulteriormente prove crescenti del fatto che l’inquinamento atmosferico influisca gravemente sulla salute infantile, persino prima della nascita. Nuove ricerche pubblicate questo mese mostrano che può danneggiare la qualità degli embrioni durante la fecondazione in vitro (IVF). Questa è la prima volta, tuttavia, che i ricercatori quantificano la correlazione tra l’esposizione precoce a particolato fine sospeso nell’aria (PM2.5), un inquinante comune, e il declino delle capacità mentali verbali e non verbali, misurato tramite i punteggi del quoziente intellettivo (Qi).

I test sul quoziente intellettivo

I test di Qi valutano una gamma di abilità mentali, tra cui memoria, ragionamento, capacità di lavorare con i numeri, elaborazione del linguaggio e visualizzazione tridimensionale degli oggetti. “Senza eccezioni, ogni studio ha riportato un’associazione negativa tra l’esposizione al PM2.5 e la funzione cognitiva dei bambini”, affermano i ricercatori, tra cui il dottor Philip Landrigan, direttore del neonato Global Observatory on Pollution and Health del Boston College e già copresidente della Lancet Commission on Pollution and Health. “I risultati sono significativi perché il Qi di un bambino è un forte indicatore del suo sviluppo neurologico, delle future prestazioni scolastiche, delle opportunità lavorative, dei guadagni economici e della mobilità economica da adulto”, afferma la coautrice dello studio Ella Whitman.

“I nostri risultati dimostrano l’urgente necessità di ridurre l’esposizione al PM2.5 nelle prime fasi della vita per promuovere risultati duraturi nella salute dei bambini e nel capitale umano” scrivono gli autore.

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I bambini e rischi legati allo smog

Nel 2021, l’esposizione all’inquinamento atmosferico è stata associata a oltre 700.000 decessi di bambini sotto i cinque anni nel mondo, risultando il secondo principale fattore di rischio per la mortalità in questa fascia d’età, dopo la malnutrizione, secondo l’Istituto per la Misurazione e la Valutazione della Salute (Ihme). Si stima che circa 201.000 di questi decessi siano stati specificamente collegati all’esposizione al PM2.5, che può influire sullo sviluppo cerebrale e causare gravi problemi al cuore e ai polmoni; essere associato a un aumento del rischio di parto prematuro spontaneo, che è legato a uno sviluppo cerebrale anomalo ed è una delle principali cause di mortalità nei bambini sotto i cinque anni; provocare significativi ritardi cognitivi, con un rischio maggiore tra i bambini che vivono in aree urbane; durante la gravidanza e la prima infanzia, portare a cambiamenti duraturi nella sostanza bianca del cervello, essenziale per il sistema nervoso.

Altri fattori coinvolti nella riduzione del Qi

I ricercatori sottolineano che i dati limitati sull’esposizione precoce all’inquinamento atmosferico rappresentano una limitazione dello studio, e i risultati dovrebbero essere “interpretati con cautela” e rivalutati man mano che emergeranno nuovi dati. Tra gli altri fattori, esposizioni ambientali avverse, come i perturbatori endocrini, potrebbero aver influenzato i punteggi di Qi dei bambini. Lo studio non ha potuto tenere conto delle differenze nella composizione chimica del PM2.5, che varia in base alla località. Ad esempio, il PM2.5 prodotto dalla combustione di biomassa negli incendi presenta concentrazioni chimiche più elevate rispetto alle emissioni dei veicoli.