Il direttore dell’Arpa Piemonte, Secondo Barbero, spiega che negli ultimi rilevamenti nell’aria industriale di Spinetta Marengo, al contrario delle aspettative, sono stati rilevati Pfas nell’aria anche quando l’impianto della Syensqo (ex solvay) era spento
Il direttore dell’Arpa Piemonte, Secondo Barbero, spiega che negli ultimi rilevamenti nell’aria industriale di Spinetta Marengo, al contrario delle aspettative, sono stati rilevati Pfas nell’aria anche quando l’impianto della Syensqo (ex solvay) era spento.
L’intervista al dirigente dell’Arpa Piemonte
Facendo il punto sugli gli ultimi monitoraggi dell’Agenzia sui pfas nella zona della Fraschetta nel periodo tra gennaio e luglio di quest’anno, ai microfoni di Radio Gold, Barbero ha spiegato: “Abbiamo aggiornato la campagna di misurazione delle deposizioni e della qualità dell’aria intorno allo stabilimento ex Solvay. È stata confermata la presenza di Pfas, in particolare a Spinetta nei due punti di rilevamento di strada Bolla e alla stazione di via Genova è stata evidenziata una quantità superiore di C6O4 e di Adv”.
La presenza anche a impianto spento
A sorprendere l’Arpa un dato in particolare: “Abbiamo rilevato valori, seppur inferiori, anche nei mesi di fermo dell’impianto. C’è trend in diminuzione ma questo valore non è stato annullato. Non ci aspettavamo di rilevarlo: evidentemente c’è un tema di presenza ubiquitaria. Anche se queste sostanze non vengono utilizzate nelle lavorazioni sono comunque presenti e rilasciate nell’ambiente, anche se in quantità inferiori” spiega Barbero. Rispetto al 2023, spiega il dirigente dell’Arpa Piemonte, sono state rilevate minori tracce di queste sostanze che si sono propagate anche a oltre 5 km dal Polo Chimico, sia a Montecastello sia ad Alessandria, in particolare nella postazione vicino all’Istituto Volta: “In questi due casi stiamo parlando di valori sotto ai limiti di quantificazione, corrispondenti a un centesimo rispetto a quelli rilevati in prossimità dello stabilimento. Man mano che ci si allontana abbiamo riscontrato un importante effetto di diluizione”.
Riduzione di residui rilevata
Barbero spiega che le analisi continueranno nei prossimi mesi, perché “anche se non ci sono limiti normativi di riferimento è importante raccogliere queste informazioni perché consentono di avere il quadro della situazione ambientale attorno al Polo Chimico. Facendo ancora un paragone con il 2023, poi, quest’anno abbiamo rilevato una riduzione abbastanza generalizzata anche vicino al sito Syensqo”.
Per la prima volta rilevato il Pfoa
Intanto, però, dai monitoraggi Arpa del 2024 emerge un’altra novità: “Abbiamo cominciato a fare questo tipo di campionamenti dal 2022 sulle deposizioni. Finora non era stato mai rilevato il Pfoa (vietato in Ue dal 2020 per i danni alla salute, tra cui l’interferenza endocrina). Invece a giugno e luglio è emersa questa sostanza anche se in quantità molto piccole. Sappiamo, però, che non è più utilizzata in azienda. Evidentemente – spiega Barbero – questo tipo di composti è presente all’interno dello stabilimento, nei suoli e nelle deposizione, ed è possibile che venga rilasciato all’esterno e in piccole quantità. Il Pfoa è stato rilevato nella stazione di via Genova a Spinetta, quella più vicina al Polo Chimico”.
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“La sorgente è evidentemente l’ex Solvay”
L’Arpa ha monitorato l’aria anche ad Asti e a Dernice (un paese tra la Val Curone e la Val Borbera)e in entrambi i casi non sono state rilevate tracce. “Questo elemento evidenzia che la sorgente è lo stabilimento ex Solvay, dal quale queste sostanze vengono rilasciate in aria” spiega il direttore generale di Arpa Piemonte.