Secondo l’Anses l’aggiornamento della norma europea sulla sicurezza elettrica dei giocattoli non garantisce un’adeguata protezione degli occhi dei bambini
I giocattoli che contengono Led non garantiscono un’adeguata protezione degli occhi dei bambini. È la conclusione a cui è arrivata l’Anses (Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria francese) che chiede di rivedere la parte sulla sicurezza oculare della norma europea sulla sicurezza elettrica dei giocattoli, che è stata aggiornata nel 2020. L’Anses è stata incaricata di verificare se tale aggiornamento fosse conforme alla sua raccomandazione di limitare l’esposizione dei bambini alla luce blu, e la conclusione a cui è arrivata è che non garantisce il rispetto dei valori limite che assicurano la protezione degli occhi dei bambini.
“Il nostro gruppo di lavoro ha condotto un test su 19 Led contenuti in 10 giocattoli (peluche, bambole, camion, aereo, elicottero, trottole, portachiavi, etc) testati dalla Repressione delle frodi (Dgccrf) nell’ambito della sua campagna annuale di controllo sui giocattoli – ha spiegato Aurélie Niaudet, vice capo dell’unità di valutazione dei rischi legati agli agenti fisici – Ben 7 led, risultati conformi alla nuova norma, sono stati bocciati quando gli esperti hanno applicato la norma precedente, che risale al 2005”.
Di quali giocattoli si tratta? Purtroppo non è dato saperlo. “La lista e i dettagli dei giocattoli analizzati non ci sono stati comunicati dall’Anses, nonostante le nostre richieste – si lamenta Christophe Drevet, direttore generale della Federazione francese delle industrie dei giocattoli e della prima infanzia (Fjp) secondo cui la Dgccrf non ha fornito i modelli e le marche dei giocattoli neanche all’Anses. Tuttavia, Drevet cerca di rassicurare, affermando che l’80% dei produttori dichiara che i loro giocattoli sono conformi anche alla norma del 2005. E precisa che “nei giocattoli, i Led sono protetti da un diffusore, una copertura in plastica che normalmente non può essere rimossa e che ha una vera funzione di filtro”.
Allarme sui rischi legati all’esposizione dei bambini
È dal 2010 che l’Anses lancia l’allarme sui rischi legati all’esposizione dei bambini a questo tipo di luci. In un rapporto del 2019, raccomandava di vietare i giocattoli contenenti Led troppo abbaglianti. Il cristallino dei bambini è trasparente e non filtra la luce blu che, “ad alta intensità, ha effetti fototossici sulla retina – spiega Dina Attia, coordinatrice delle competenze per l’Anses che aggiunge – L’esposizione alla luce blu non è innocua. Anche a bassa intensità, durante la notte o prima di andare a dormire, essa disturba l’orologio circadiano, con effetti sul sonno e l’addormentamento”.
I Led sono classificati per gruppo di rischio (GR) in base alla normativa vigente sulla sicurezza dell’illuminazione. Quelli del GR1 non presentano pericoli se osservati per meno di 3 ore consecutive, ma quelli del GR2 sono tossici per gli occhi se osservati per più di 100 secondi.
Sebbene manchi ancora un’adeguata distanza temporale per misurare gli effetti a lungo termine, queste lesioni retiniche cumulative potrebbero favorire, in età adulta, lo sviluppo di una degenerazione maculare legata all’età (Dmla) o di un glaucoma.
Anche la luce verde potrebbe essere tossica
L’Anses richiama l’attenzione su tutti gli altri dispositivi che possono esporre i bambini alla luce blu, senza una regolamentazione specifica. Si tratta, ad esempio, di luci notturne, sveglie luminose, cuscini a Led, puntatori laser, torce, senza dimenticare gli schermi Oled o Amoled di smartphone o tablet, spesso guardati da una distanza troppo ravvicinata.
Inoltre, uno studio dell’Inserm pubblicato a febbraio 2024, condotto sui ratti, mostra che la luce verde potrebbe essere 8 volte più tossica per la retina rispetto a quella blu.
In attesa di una nuova norma più protettiva, l’Anses raccomanda di sospendere l’applicazione della parte aggiornata della norma e invita a limitare l’esposizione alla luce blu, e quindi ai Led blu e bianchi, i più emissivi. “Se si devono scegliere giocattoli luminosi, è meglio privilegiare quelli che contengono diodi a luce rossa”, conclude Dina Attia.