Barrette proteiche: 21 ingredienti, di cui 5 additivi, nella Special K Protein di Kellogg’s

Secondo l’analisi di 60 millions de consommateurs che ha esaminato le etichette dei principali prodotti in commercio le barrette proteiche contengono troppi zuccheri e una lista troppo lunga di ingredienti

Cosa contengono le barrette proteiche che stanno conquistando sempre più spazio nei nostri supermercati? Sostanzialmente zucchero, troppo, e una lunga lista di ingredienti, tra cui vari additivi, che le rendono a tutti gli effetti un cibo ultraprocessato e quindi meno salutare di quanto vorrebbero far credere. È questa la sintesi di una valutazione fatta da 60 millions de consommateurs che ha esaminato le etichette dei principali prodotti in commercio.

Troppi zuccheri e una lunga lista di ingredienti

Al di là del dichiarato elevato contenuto di proteine, circa 10 grammi in media per unità, la maggior parte di queste barrette ha un’alta percentuale di zuccheri, dallo sciroppo di glucosio al fruttosio, allo sciroppo di frumento. Ad esempio, la barretta del marchio Pro Sport, venduta da Carrefour, contiene 9 g di zuccheri, nella forma di sciroppo di glucosio, per un peso totale di 45 g, mentre la barretta proteica al cioccolato di Décathlon contiene 14 g di sciroppo di frumento per ogni barretta da 40 g. Praticamente più di un terzo della barretta è costituita da zucchero.
La critica principale riguarda il fatto che questi prodotti vengono percepiti dai consumatori come più salutari rispetto ad altri cibi magari più dolci che in realtà potrebbero avere lo stesso contenuto di zuccheri.
Un altro aspetto critico è l’eccessiva lunghezza della lista degli ingredienti, segno di un prodotto ultra-trasformato, considerato nocivo per la salute. Ad esempio, la barretta Special K Protein di Kellogg’s ne contiene 21, di cui 5 additivi, contro i 7 della barretta Pro Sport. Inoltre bisogna fare attenzione anche al numero di calorie poiché queste barrette sono molto energetiche e questo si traduce sicuramente in un vantaggio per gli sportivi, che hanno bisogno di caricare i muscoli con una maggiore riserva calorica, ma molto meno per chi conduce uno stile di vita sedentario.

Attenzione ai dolcificanti artificiali

Un altro ingrediente, non proprio gradito, che si trova spesso in questi prodotti è il dolcificante artificiale che può provocare un aumento di fame. Sappiamo bene che i dolcificanti senza calorie sono estremamente interessanti per l’industria alimentare per il loro rapporto costo/efficacia: una quantità minima supera di gran lunga lo zucchero comune in termini di dolcezza. Il sucralosio, ad esempio, è circa 600 volte più dolce dello zucchero bianco comune, ma è a 0 calorie. Da una semplice ricerca online ci siamo accorti che il sucralosio è uno degli ingredienti della barretta proteica Fulfil che è stata appena scelta come prodotto ufficiale dalla Federazione Italiana Tennis e Padel. Purtroppo alcune ricerche sul sucralosio, come quella pubblicata sulla rivista Diabetes Care, hanno dimostrato che può aumentare drasticamente i livelli di zucchero nel sangue, alterando la produzione di insulina. Ormai è assodato che tutto questo può portare a forme di insulino resistenza, che hanno come conseguenza un maggior rischio di sviluppare patologie metaboliche come il diabete. Inoltre i dolcificanti, se assunti in maniera eccessiva, portano a un’alterazione dell’equilibrio del microbiota intestinale, che si ripercuote a livello dell’assorbimento dei nutrienti e della regolazione ormonale della fame.
Alla luce delle previsioni di crescita di questo mercato (l’agenzia di marketing Pepswork stima un aumento del 4,7% entro il 2025) bisogna chiedersi, dunque, se vale la pena consumare questi prodotti come spuntino pomeridiano o a metà mattina. Se non si pratica uno sport intensivo, forse sarebbe meglio optare per un frutto più proteico come la banana o per uno yogurt.