Sostenuto in Europa dalla Coca-Cola e il Beuc (Altroconsumo, unica associazione dei consumatori italiana a sostenere il traffic light sulle confezioni), il sistema di etichettatura a semaforo che giudica i singoli nutrienti di un alimento con il rosso, giallo o verde sarebbe superato. Uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition sostiene che “gli alimenti vengono mangiati interi e quindi il loro effetto sulla salute deve essere considerato in modo più complessivo“. Secondo la ricerca “è venuto il momento di guardare al di là ” al modello che valuta il contenuto dei singoli nutrienti – grassi, zuccheri, sale, proteine, fibra.
I formaggi? Hanno benefici ma col semaforo vengono “stoppati”
Lo studio ha preso in esame i prodotti lattiero-caseari fermentati, come il formaggio e lo yogurt, il cui consumo è “inversamente correlato all’insorgenza di patologie cardiovascolari, come l’ictus e malattie coronariche“. Il calcio contenuto in questi prodotti inoltre presenta vantaggi per le ossa e le colture probiotiche degli yogurt favoriscono la regolazione dell’insulina. Eppure nonostante questi benefici riconosciuti la presenza di grassi (saturi in particolar modo) affibia un bel color rosso a questi prodotti, bocciandone il consumo.
Scrivono gli autori dello studio: “Gli effetti sulla salute di un prodotto alimentare sono probabilmente una combinazione tra i suoi nutrienti e anche dei metodi utilizzati nella sua preparazione o produzione. Ciò significa che alcuni alimenti possono essere migliori per noi, o meno sani” e per questo vanno valutati nella loro interezza.
Il giudizio sui singoli nutrienti? “È limitante”
Per questi motivi gli autori dello studio giudicano “limitante” il modello nutrizionale basato sul giudizio parziale di grassi, sale, zuccheri e via elencando. Il rischio? “L’etichetta a semaforo adottata nel Regno Unito si basa sul modello di valutazione del singolo nutriente, il che significa che un prodotto come il formaggio potrebbe ricevere il disco rosso per sale e grassi, ma verde per lo zucchero“. Ingrediente quest’ultimo magari nemmeno presente.