I rischi dell’assunzione di metamizolo (principio attivo della Novalgina e di altri antidolorifici) sono la drastica di minuzione di un tipo di globuli bianchi fondamentali per la difesa contro le infezioni
L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha emesso nuove linee guida per minimizzare i rischi di agranulocitosi, un grave effetto collaterale associato all’uso del metamizolo, un antidolorifico comunemente prescritto per il trattamento del dolore moderato e della febbre. Il metamizolo, presente in farmaci noti come Novalgina, è utilizzato in vari paesi europei, inclusa l’Italia, ma il suo utilizzo comporta potenziali rischi per la salute.
Tra i farmaci che impiegano questo principio attivo ci sono: Afexil, Algifen, Algifen Neo, Algi-Mabo, Algocalmin, Algopyrin, Algozone, Alindor, Alkagin, Alvotor, Analgin, Benlek, Berlosin, Buscapina Compositum, Dialginum, Dolocalma, Flamborin, Gardan, Hexalgin, Locamin, Metagelan, Metalgial, Metamistad, Metamizol, Metapyrin, Natrijev, Nodoryl, Nofebran, Nolotil, Novalgin, Novalgina, Novalgine, Novaminsulfon, Novocalmin, Panalgorin, Piafen, Piralgin, Pyralgin, Pyralgina, Quarelin, Scopolan Compositum, Spasmalgon and Tempalgin
Il rischio dell’agranulocitosi
L’agranulocitosi è una condizione medica caratterizzata da una drastica riduzione dei granulociti, un tipo di globuli bianchi fondamentali per la difesa contro le infezioni. La condizione può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento con metamizolo o subito dopo la sua interruzione, e non è correlata alla dose del farmaco utilizzata. Essa può portare a infezioni gravi o addirittura fatali, rendendo cruciale la diagnosi precoce.
Nonostante le misure già adottate in vari paesi per limitare questo rischio, come in Finlandia, sono stati recentemente segnalati nuovi casi di agranulocitosi. A seguito di una revisione richiesta dall’agenzia regolatoria finlandese, il comitato di sicurezza dell’EMA, noto come PRAC (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee), ha raccomandato ulteriori azioni per migliorare la consapevolezza e la diagnosi precoce di questa complicanza.
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Nuove raccomandazioni per medici e pazienti
Le informazioni sui farmaci contenenti metamizolo saranno aggiornate per includere dettagli più specifici sui sintomi dell’agranulocitosi, come febbre, brividi, mal di gola e piaghe dolorose su mucose come quelle della bocca e della gola. I pazienti dovranno essere informati di interrompere immediatamente l’assunzione del farmaco e rivolgersi al medico se dovessero riscontrare tali sintomi. Questi segni possono essere difficili da rilevare, soprattutto se il metamizolo viene assunto per trattare la febbre o insieme ad antibiotici, poiché i sintomi potrebbero essere mascherati.
Il PRAC ha inoltre sottolineato l’importanza di eseguire immediatamente un esame del sangue in caso di sospetto di agranulocitosi. Nel frattempo, l’assunzione del farmaco deve essere interrotta in attesa dei risultati del test. Inoltre, il metamizolo non dovrebbe essere prescritto a pazienti che abbiano manifestato episodi precedenti di agranulocitosi o che siano a rischio di problemi del midollo osseo o ematici.
Un equilibrio tra benefici e rischi
Nonostante i rischi associati, il PRAC ha concluso che i benefici del metamizolo superano ancora i rischi, sebbene sia essenziale rafforzare le precauzioni. Questo antidolorifico è utilizzato in Europa sin dagli anni ’20 per trattare il dolore post-operatorio, oncologico e la febbre. Tuttavia, la sua sicurezza è stata oggetto di numerose revisioni a causa dei suoi potenziali effetti collaterali.
Le raccomandazioni del PRAC saranno ora sottoposte al CMDh, un organismo che rappresenta i paesi dell’UE e altri stati membri, che ne valuterà l’adozione in occasione della prossima riunione di settembre.
Informazioni per gli operatori sanitari
Gli operatori sanitari sono invitati a informare i pazienti dei sintomi dell’agranulocitosi e a monitorarli durante e dopo l’assunzione del metamizolo. Inoltre, in caso di sospetta agranulocitosi, è necessario interrompere immediatamente il trattamento e procedere con esami del sangue per confermare la diagnosi.
Il monitoraggio di routine dell’emocromo nei pazienti non è raccomandato, poiché la revisione non ha trovato prove sufficienti a supporto della sua efficacia nella diagnosi precoce.