Abuso edilizio e d’ufficio, con queste accuse il Pm di Ancona, Ruggero Dicuonzo ha comunicato a Giovanni Fileni e cinque funzionari pubblici, l’avviso di garanzia. Al centro delle indagini lo stabilimento Fileni di Monte Roberto, che sarebbe sovradimensionato per una zona delicata dal punto di vista ambientale.
Abuso edilizio e d’ufficio, con queste accuse il Pm di Ancona, Ruggero Dicuonzo ha comunicato a Giovanni Fileni e cinque funzionari pubblici, l’avviso di garanzia. Al centro delle indagini lo stabilimento Fileni di Monte Roberto, che sarebbe sovradimensionato per una zona delicata dal punto di vista ambientale.
Le accuse
A dare la notizia la trasmissione Report, che ha dedicato diversi servizi all’azienda specializzata in produzione di carne avicola, e che sui social racconta: “Il pubblico ministero Ruggero Dicuonzo ha notificato in questi giorni un avviso di chiusura delle indagini preliminari a sei persone. Ci sono l’imprenditore marchigiano Giovanni Fileni e cinque funzionari pubblici. Ad essergli contestati sono l’abuso edilizio e l’abuso d’ufficio in concorso per la realizzazione dello stabilimento”.
Autorizzazioni rilasciate comunque
Secondo quanto riporta Report, “l’allevamento non avrebbe le dimensioni previste per quella zona, inserito in un’area definita fascia di continuità naturalistica. Eppure le autorizzazioni a costruire erano state regolarmente rilasciate dagli enti preposti, Comune, Provincia e Regione. A cinque anni dalla realizzazione, lo stabilimento sarebbe abusivo e le procedure per farlo aprire sarebbero state forzate”.
Stando alla Procura, Fileni avrebbe beneficiato di atti amministrativi illegittimi per cubature e autorizzazioni paesaggistiche con un presunto ingiusto profitto patrimoniale. Contestati anche il permesso di costruire del Comune, l’autorizzazione paesaggistica, i provvedimenti regionali tanto da “determinare il mutamento di destinazione dello stabilimento avicolo passando da allevamento industriale a industria nociva”.
Fileni: noi vittime
L’azienda ha fatto sapere di essere “vittima perché autorizzata da enti preposti”.
“Noi di Report avevamo filmato come all’interno dell’allevamento fossero stati inseriti quasi mezzo milione di polli senza autorizzazione: all’epoca infatti il Tar, poi confermato dal Consiglio di Stato, aveva determinato che la costruzione fosse stata fatta in una fascia fluviale protetta” aggiunge la popolare trasmissione di Rai Tre.
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Una storia lunga e travagliata
L’ultimo atto, fino ad ora, della vicenda travagliata dello stabilimento di Monte Roberto, era arrivato nel febbraio 2023, quando il Consiglio di Stato aveva risposto al ricorso della società Ponte Pio del gruppo Fileni contro l’ordinanza della Regione Marche che nell’agosto precedente aveva decretato la chiusura dell’allevamento. Il Tar infatti aveva riconosciuto il carattere ‘nocivo’ degli allevamenti industriali che superano determinate dimensioni e per i quali è necessaria una variante urbanistica al piano regolatore. Per questo era stato vietato all’azienda di prolungare le attività oltre il 31 ottobre 2022. Anche se un controllo il 4 novembre 2022 aveva trovato una situazione ben diversa con ancora 400mila polli dentro.