Eco-score, stop all’uso del marchio da parte di Yuka, Ademe & Co.

Un accordo pone fine alla causa legale avviata dalla Federazione europea dell’agricoltura biologica contro Ademe e Yuka per l’uso dell’indicatore Eco-Score che può risultare sleale e fuorviante per i consumatori

Yuka, Ademe ed Eco2 Initiative, rinunceranno ad usare il marchio Eco-score, che rappresenta il loro indicatore di impatto ambientale dei prodotti alimentari, entro il 31 dicembre 2024. È quanto prevede l’accordo raggiunto ieri, che pone fine alla causa legale avviata più di un anno fa davanti al Tribunale di Parigi dalla Federazione europea dell’agricoltura biologica, Ifoam Organics Europe, e dai suoi membri francesi (Ifoam France), contro Ademe, l’agenzia francese per la transizione ecologica, Yuka, proprietaria dell’App Yuka, Eco2 Initiative, gestore della piattaforma Etiquettable, e l’associazione Open Food Facts, gestore dell’omonima piattaforma, per la scarsa trasparenza dell’indicatore Eco-Score che può risultare sleale e fuorviante per i consumatori.
I movimenti del biologico hanno protestato ripetutamente contro il modello di etichettatura ambientale Eco-score, che considera soltanto l’impronta carbonica dei prodotti, con la paradossale conseguenza che può arrivare ad attribuire un punteggio favorevole persino ai prodotti dell’industria agroalimentare intensiva, che utilizza pesticidi e varie sostanze dannose, a fronte, ad esempio, di un investimento in pannelli solari.

Un concetto evidentemente lontano dall’agroecologia, che tutela suolo e ambiente e va oltre la semplice misurazione dell’impronta ecologica del prodotto. Attualmente sono poche le iniziative esistenti che vanno oltre il Life Cycle Assessment (LCA) e la Product Environmental Footprint (PEF), recentemente messa in discussione dalla Commissione Europea, e che supportano anche la transizione agroecologica, in linea con gli obiettivi della strategia Farm to Fork. Dopo il ritiro ufficiale dell’Eco-Score, in Europa rimane in pista solo il Planet-score che valuta già in modo più accurato il reale impatto ambientale dei prodotti alimentari, poiché considera meglio le esternalità come la biodiversità, l’uso di pesticidi, gli impatti degli animali densità agricola sulle capacità di carico locali, resilienza ecologica dei sistemi agricoli.

L’accordo tra le parti in causa pone fine all’utilizzo del marchio Eco-Score, anche considerando il fatto che le autorità pubbliche si stanno orientando verso un altro nome per designare il sistema di etichettatura ambientale.
Ifoam Organics Europe, Yuka e Ademe fanno sapere di essere d’accordo sull’importanza di fornire ai consumatori informazioni affidabili e trasparenti sull’impatto ambientale dei prodotti alimentari per aiutarli a compiere scelte più responsabili e sostenibili. Inoltre sostengono il ruolo essenziale dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia per la transizione agricola e alimentare e la necessità di promuovere nuove abitudini alimentari e di lavorare contemporaneamente per ridurre l’uso di pesticidi, rispettare le stagioni per frutta e verdura, ridurre il trasporto di alimenti e promuovere la produzione locale, ridurre i rifiuti da imballaggi inquinanti e limitare la porzione di carne nella nostra dieta, in una logica di “meno ma meglio” che ci consenta di favorire la carne proveniente dalle fattorie più sostenibili, come le fattorie estensive sotto etichette.