
Caro Salvagente,

Lettera firmata
Cara lettrice, abbiamo girato la sua domanda a Paolo Onesti, che cura la rubrica “Pensioni” sul nostro mensile. Ecco cosa ci ha risposto.

Premesso che in fase di giudizio il valore di quell’appuntino a mano rilasciato alla signora è relativo (non ci sono estremi, non ci sono timbri, non c’è alcuna firma) pare comunque evidente che c’è stata una visita medico-legale il 28 (?) novembre 2013, seguita da ulteriori accertamenti, che ha portato in data 27 novembre 2014 alla chiusura del procedimento con il riconoscimento del 100% di invalidità con diritto all’accompagno. E’ inoltre riportato il numero di elenco di trasmissione (537) degli atti all’Inps per la successiva liquidazione. C’è tutto il necessario per arrivare a capo della questione. Eppure, sono passati due anni e la provvidenza non è ancora stata messa in pagamento! Il ritardo si commenta da sé: se da una parte va riconosciuto l’impegno della famiglia Proietti di sapere cosa sia successo, dall’altra va rimproverata la mancanza di “attenzione” e di risposte concrete da parte dell’Inps.
Abbiamo denunciato in altre occasioni che, a nostro avviso, il rapporto con l’Inps in questi ultimi 20 anni è profondamente cambiato privilegiando il collegamento virtuale online a quello umano, più diretto e umano. Insomma, si fa tutto o quasi al pc senza chiedersi se tutti sappiano usarlo e a che livello. Il Patronato (attenzione, non ne esiste uno solo!) dovrebbe avere un giorno di presenza all’Inps per un paio d’ore proprio per verificare, sollecitare e risolvere le questioni più “spinose” e urgenti. Pare strano se non impossibile che, incontrando delle difficoltà, abbia dato forfait senza neanche consultare il proprio ufficio legale venendo meno alla delega di patrocinio rilasciatagli dall’interessato. Ciò detto, non è precisato quando è stata presentata la domanda di aggravamento. Nel 2015 il dante causa è deceduto, quindi non è da escludere che il diritto sia passato agli eredi che avrebbero oggi diritto agli arretrati maggiorati di interessi e rivalutazione monetaria. Non c’è tempo da perdere. Magari rivolgendosi ad un altro patronato se scontenti del primo, si tenga presente che il diritto alle prestazioni assistenziali non può cadere in prescrizione, ma si prescrive il diritto alla percezione dei singoli ratei spettanti.
A tale riguardo a tutti gli importi maturati e non ancora liquidati si applica la prescrizione decennale. Trascorso tale periodo non si può fare più niente.









