Seconda votazione andata a vuoto senza maggioranza qualificata anche se l’Italia si è astenuta sulla proposta di rinnovare per altri 10 anni l’uso del glifosato come chiede la Commissione. Ora Bruxelles dovrà decidere in solitaria entro il 15 dicembre
Per la seconda volta, dopo la votazione del 13 ottobre, gli Stati membri non approvano la richiesta della Commissione europea di ri-autorizzare l’uso del glifosato per altri 10 anni.
L’Italia ha di nuovo votato a favore del rinnovo, tradendo l’impostazione storica di oppositrice al glifosato.
“La votazione prevista per oggi presso il Comitato permanente per le piante e gli animali (SCoPAFF) è stata nuovamente negativa. La Commissione – precista Luigi Tozzi vicepresidente dell’associazione Safe – aveva proposto un rinnovo di 10 anni, ma la maggioranza degli Stati membri non era d’accordo con questa proposta. Di conseguenza, la Commissione dovrà prendere una decisione indipendente entro la metà di dicembre“.
Una vittoria quindi ma temporanea vista la spada di Damocle che pende sul futuro di un’agricoltura più pulita e meno pericolosa per i consumatori: la Ue deciderà da sola e questo non fa ben sperare anche se i segnali inviati dalla Francia – ago della bilancia – sembra essere un “Sì” ma per meno tempo, cinque anni.
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Safe, si legge in una nota “esorta la Commissione ad armonizzare il non utilizzo dei pesticidi in tutta l’Ue per impedire ai consumatori di acquistare alimenti prodotti negli Stati membri in cui è stato utilizzato il pesticida. Inoltre, Safe chiede che la Commissione incarichi l’Efsa di condurre una nuova valutazione del rischio sulla base dei risultati del recente rapporto dell’Istituto Ramazzini di Bologna” che ha stabilito un legame tra esposizione al glifosato anche a dosi considerate sicure per l’uomo e l’insorgenza di leucemia nei ratti da laboratorio nel primo anno di vita.