Abdeljalil Makhloufi, un viaggiatore tetraplegico di rientro da una manifestazione nella capitale, si è sentito rispondere dal personale di Rfi che non lo avrebbero fatto salire sul treno perché a mezzanotte a Milano non avrebbe trovato il personale con la pedana per farlo scendere.
Abdeljalil Makhloufi, un viaggiatore tetraplegico di rientro da una manifestazione nella capitale, si è sentito rispondere dal personale di Rfi che non lo avrebbero fatto salire sul treno perché a mezzanotte a Milano non avrebbe trovato il personale con la pedana per farlo scendere.
A mezzanotte non c’è l’assistenza a Milano
A raccontare la storia, segnalata da Daniele Lauri di Disability Pride, è lo stesso Adbeljalil Makhloufi, che vive a Milano: “Lo scorso 28 ottobre sono stato alla manifestazione per la Palestina a Roma. A fine giornata, tra le 19 e le 20 mi sono recato alla stazione Termini dove avevo in programma di salire sul treno per Milano delle 21”. Per consuetudine, infatti, Abdeljalil si è abituato a recarsi una o due ore prima in stazione per richiedere il supporto della pedana che gli possa permettere di salire sul convoglio. “Ma gli addetti presenti nella sala blu (messa a disposizione da Rfi per le persone con disabilità , ndr), mi dicono che dato che il treno sarebbe arrivato a mezzanotte alla stazione centrale di Milano, a quell’ora non vi era la possibilità di assistenza per portare la pedana sotto il treno – spiega Abdeljalil – e nonostante le mie proteste, mi sono trovato davanti a un muro di gomma, quasi fosse colpa mia. Il personale con cui ho parlato diceva che avrei dovuto prenotare il servizio 12 ore prima”.
Non mi hanno concesso neanche di farmi venire ad aiutare da mio fratello
Makhloufi allora tenta la soluzione “all’italiana”, e propone agli addetti di Rfi di farlo salire sul treno e lasciare che all’arrivo venga il fratello in stazione ad aiutarlo a scendere. “Ma mi rispondono che non è possibile per una questione di sicurezza. Come se lasciare una persona come me, in carrozzina, che non muovo gambe e braccia, tutta la notte alla stazione Termini fosse sicuro per me e la mia salute”. Makhloufi è costretto a una difficoltosa ricerca di un albergo nei pressi della stazione. Ne trova uno a 100 euro, e riparte il giorno dopo.
Una trafila tutta italiana
“Mi chiedo se sia possibile che nelle stazioni centrali di città come Milano o Roma, la possibilità per una persona con disabilità di salire sul treno debba essere sottoposta a una trafila del genere, quando in Francia e in Germania basta arrivare in stazione un po’ prima e salire sul treno tramite pedana, senza problemi. Oltretutto, basterebbe montare le pedane incorporate come quelle che hanno i treni regionali in Lombardia” commenta Makhloufi.
Le sale blu
Il viaggiatore si scaglia poi contro l’ipocrisia delle sale blu: “È un tipo d’assistenza che ha senso negli aeroporti, ma nelle stazioni, dove l’unica cosa di cui si ha veramente bisogno è poter salire sul treno, sono inutili e finiscono col costare più che adeguare il servizio con le pedane”.
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La parità di diritti dev’essere sostanziale
Il Salvagente è disponibile ad ospitare qualsiasi replica di Rfi, ma a giudicare dalla storia di Makhloufi sembra chiaro che fino a quando si chiederà a una persona con disabilità di dover prenotare un biglietto del treno il giorno prima e gli si impedirà di poter accedere al viaggio senza troppo preavviso, come un qualsiasi altro utente, la parità di diritti tra persone con e e senza disabilità resterà solo qualcosa di molto bello, ma solo sulla carta.