La Ue ha approvato il nuovo Regolamento Reach che prevede la messa al bando progressiva delle microplastiche nei cosmetici, giocattoli, rivestimenti sportivi, detergenti e pesticidi. Si comincia da subito con gli esfolianti, i fondotinta e i rossetti
La Ue vara una stretta alla aggiunta intenzionale delle microplastiche nei cosmetici, giocattoli, rivestimenti sportivi, detergenti, pesticidi, fertilizzanti e medicinali. Bruxelles ha approvato il nuovo Regolamento Reach che impedirà il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche, e prevede il divieto di vendita di microplastiche in quanto tali e di prodotti contenenti microplastiche aggiunte intenzionalmente e che liberano microplastiche quando utilizzati.
Via da subito le microplastiche negli scrub
Tra meno di venti giorni intanto scatta il divieto di aggiungere di micrograni-perle e glitter sciolti nei cosmetici come gli scrub, rossetti e fondotinta. È importante ricordare che in Italia l’uso di microplastiche all’interno di prodotti destinati ad essere risciacquati – come scrub ed esfolianti – è stato vietato a partire dal 1° gennaio 2020 (DPR 205/2017). Tuttavia la nuova stretta si applica anche ai cosmetici che non prevedono risciacquo i cosidetti leave-on come fondotinta, eyeliner, mascara, rossetti, ombretti, deodoranti, lozioni per il corpo e smalti per unghie. Anche se in alcuni casi il divieto di vendita si applicherà dopo un periodo transitorio più lungo, per dare il tempo alle parti interessate di adattarsi alle nuove regole e identificare alternative.
La restrizione adottata dalla Ue si basa su un’ampia definizione di microplastiche, in cui rientrano tutte le particelle di polimeri sintetici inferiori a cinque millimetri che siano organiche, insolubili e resistenti alla degradazione. Fra i prodotti comuni interessati da questa restrizione vi sono:
- il materiale granulare da intaso utilizzato per le superfici sportive artificiali (i classici rivestimenti dei campi di calcetto o parchi-giochi dei bambini) che costituisce la principale fonte di microplastiche utilizzate intenzionalmente nell’ambiente;
- i cosmetici, nel cui ambito le microplastiche sono utilizzate per molteplici scopi, quali l’esfoliazione (micrograni) o l’ottenimento di una specifica consistenza, fragranza o colore;
- detergenti, ammorbidenti per tessuti, glitter, fertilizzanti, prodotti fitosanitari, giocattoli, medicinali e dispositivi medici eccetera.
I prodotti utilizzati nei siti industriali o che non rilasciano microplastiche durante il loro impiego – scrive in una nota la Commissione – sono esentati dal divieto di vendita, ma i relativi fabbricanti dovranno fornire istruzioni su come utilizzarli e smaltirli per evitare emissioni di microplastiche.
Tempi diversi per l’eliminazione
Diversi sono i tempi per l’eliminazione delle microplastiche aggiunte nei diversi prodotti coinvolti.
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Per quanto riguarda i rivestimenti sportivi il divieto si applica dopo 8 anni per dare ai proprietari e ai gestori dei campi il tempo di passare a soluzioni alternative e consentire alla maggior parte dei campi sportivi esistenti di raggiungere la fine della loro vita utile.
Nei cosmetici il divieto vale da subito per i cosmetici contenenti microperle e glitter ovvero piccole perle di plastica utilizzate per l’esfoliazione. Per gli altri cosmetici si applica dopo 4-12 anni, a seconda della complessità del prodotto, della necessità di riformulazione e della disponibilità di alternative adeguate.