Chi ha in casa un cane o un gatto lo sa benissimo: ogni volta che il suo amico a quattro zampe si ammala, deve affrontare una spesa esosa per curarlo. Quasi sempre, però, il farmaco prescritto dal veterinario ha un “corri- spondente” a uso umano, che contiene lo stesso principio attivo, e costa no a 10 volte di meno. A denunciare il fenomeno è da tempo Konsumer Italia che ha messo a confronto una lunga lista di farmaci veterinari usati per le patologie più comuni di cani e gatti con il loro corrispondenti ad uso umano, stilando un vero e proprio prontuario veterinario. Salta all’occhio la differenza di spesa tra il Canitroid (uso veterinario) e l’Eutirox (uso umano): stesso principio attivo (levotiroxina), il primo costa 30 euro mentre il secondo 2,65 euro. E se il nostro cane ha bisogno di un antibiotico a base di amoxicillina, dobbiamo pagare fino a 19 euro per il Synulox registrato per lui mentre il Clavulin venduto per l’uomo costa 7,90 euro, meno della metà.
La denuncia l’abbiamo riportata sul numero 9 di Test-Salvagente (Settembre 2016) e mettevamo in evidenza la distorsione del doppio canale farmaceutico a tutto vantaggio delle case produttrici: il veterinario ha le mani legate perché per legge (il decreto legislativo 193/2006) non può prescrivere me- dicinali autorizzati per l’uomo quando è disponibile il farmaco registrato per l’animale, a parte alcuni casi specici per cui è previsto l’uso in deroga. Se lo fa commette un reato ai danni della finanza pubblica.
Nessuna deroga e così si caricano 70 milioni di euro sul Servizio sanitario
Ma spesso sono gli stessi veterinari e anche i farmacisti, che essendo a conoscenza del problema consigliano di acquistare il farmaco ad uso umano con lo stesso principio attivo.
Ed ecco che si crea un cortocircuito con il Sistema sanitario nazionale, dove si scaricano i costi dei farmaci a uso umano che vengono destinati agli animali. Si stima che nel fatturato dei medicinali veterinari per animali da compagnia mancano almeno 60-70 milioni che derivano dall’impiego di medicinali per l’uomo usati in modo improprio. A pagarli siamo sempre noi. “Di fatto la legge favorisce la case farmaceutiche veterinarie intarsiando così un altro tassello nello strapotere delle lobby”, commenta il presidente di Konsumer Italia Fabrizio Premuti. “Se è vero, come sostengono le case farmaceutiche veterinarie, che questi farmaci costano così tanto perché sono sottoposti a una sperimentazione maggiore – conclude Premuti – allora mi chiedo: noi umani con che cosa ci curiamo?”.
Due proposte di legge per superare il problema
In Senato sono arrivati due proposte di legge, a uno dei quali ha lavorato la senatrice Pd Silvana Amati, per superare questa – inspiegabile – forbice di prezzo e consentire l’uso in deroga dei farmaci ad uso umano per cani e gatti. Nello specifico la Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama sta esaminando le due proposte che propongono modifiche alla disciplina sull’uso dei medicinali ad uso umano per il trattamento degli animali da compagnia (disegni di legge 540 e 499). Secondo il Sole 24 Ore queste proposte di legge potrebbero scontrarsi con il diritto comunitario. Tuttavia è innegabile che una soluzione occorre trovarla altrimenti si continuerà a legittimare – sotto banco – la somministrazione di farmaci “umani” ai nostri amici a quattro zampe continuando a gravare sul Ssn.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente