L’orzaiolo nei bambini può essere individuato attraverso sintomi specifici. Nella cura è preferibile evitare il ricorso ai farmaci. Molto importante invece è la dieta “antinfiammatoria”, sia per la cura che per la prevenzione.
È uno disturbo oculare molto comune e ben distribuito in tutte le fasce di età, soprattutto nei bambini e adolescenti. Stiamo parlando dell’infiammazione dell’orzaiolo, ben visibile e prevenibile. Si manifesta attraverso dei foruncoli che, secondo i più classici rimedi della nonna, andrebbero “spremuti” come fossero brufoli. In realtà non è così. Anzi, “spremere” l’orzaiolo è un falso mito che può portare a conseguenze più serie. Ecco dunque quali sono le cause e come si cura.
Che cos’è l’orzaiolo
Colpisce maggiormente i bambini e i giovani adulti, e altro non è che un’infiammazione benigna delle ghiandole delle palpebre. Può colpire sia all’interno che all’esterno, con una o più piccole macchie giallognole. Ma attenzione, perché non è un comunque e frequente brufolo che possiamo schiacciare, perché compare solitamente a causa di un’infezione batterica da Staphylococcus aureus.
Quali sono le cause
Sia gli adulti, ma soprattutto i più piccoli, tendono a strofinare gli occhi portando le mani sulle palpebre, che sono spesso veicolo di batteri o altri microrganismi che invadono gli ambienti e le superfici. Ma ci sono altre motivazioni.
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Le cause più frequenti dell’orzaiolo nei bambini sono:
· Scarsa igiene delle mani;
· Batterio Stafilococco annidato sul bordo delle palpebre (responsabile anche di follicoliti o foruncoli);
· Blefarite, ossia infiammazione cronica del bordo delle palpebre;
· Primi trucchi di scarsa qualità acquistati soprattutto online o diffusi sui social (questa causa colpisce più le adolescenti che cominciano ad approcciarsi nel mondo della cosmetica);
· Predisposizione genetica e familiarità;
· Dieta poco equilibrata con scarsi nutrienti e maggiore vulnerabilità agli attacchi degli agenti patogeni esterni.
Come si cura
Gli specialisti in oftalmologia e i pediatri invitano i genitori a prestare attenzione e a coglierne i sintomi. L’orzaiolo solitamente si nota attraverso una piccola formazione nodulare dolente e arrossata sulla palpebra esterna, o più raramente anche interna. Sono delle piccole ghiandole sebacee di grasso facilmente confondibili con i più noti brufoli.
Quando le ghiandole si infiammano, si possono localizzare a livello della cute, sul bordo o sulle ghiandole palpebrali. In quest’ultimo caso si parla di orzaiolo favorito da una carica batterica intorno agli occhi.
Prima di curare è importante prevenire, attraverso comportamenti sani, quali:
· Evitare l’utilizzo di asciugamani o salviette contaminati o utilizzati da altri soggetti, specie in luoghi pubblici come palestre, piscine, scuole di danza;
· Non applicare prodotti cosmetici o creme viso scaduti;
· Igienizzare sempre e accuratamente il viso e le mani, per evitare infezioni batteriche;
· Scarsa igiene del viso e delle mani (il batterio può essere trasmesso attraverso le mani contaminate);
· Disinfettare sempre le lenti a contatto.
Quando i batteri entrano in contatto con gli occhi, nella maggior parte dei casi succede che questi patogeni penetrano nei follicoli e scatenano l’infezione benigna, che quasi sempre si risolve spontaneamente.
In ogni caso, sarebbe meglio curare l’infezione con metodi naturali, evitando assolutamente di premere con le dieta sulle ghiandole infiammate per provare a schiacciare, poiché non sono brufoli.
Gli esperti raccomandano le seguenti cure:
· Impacchi con cotone imbevuto in acqua e camomilla
Gli impacchi caldi e umidi, meglio con acqua e camomilla, possono essere risolutivi. In alternativa, si può ricorrere al lavaggio della zona colpita con soluzione fisiologica o acqua di rubinetto;
· Saponi per bambini
Si può curare lavando la palpebra interessata utilizzando saponi o shampoo delicati, neutri e poco profumati, soprattutto non irritanti per bambini, in modo da rimuovere le secrezioni muco-purulente e eventuali formazioni di croste;
· Pulire a occhi chiusi
La pulizia e l’igiene sono la migliore cura. Tuttavia andrebbe effettuata con delicatezza, chiedendo al bambino di chiudere gli occhi, in modo da evitare accidentali lesioni ai bulbi oculari;
· Non schiacciare il “brufolo”
Non sono brufoli. Anzi, se trascurati, possono aggravarsi e diffondere l’infezione fino alla cornea. Perciò, mai schiacciarlo!
· Antidolorifici sì, antibiotici meglio di no!
Un paracetamolo può aiutare in caso di dolori e di infezione cronica. In quest’ultimo caso l’orzaiolo andrebbe trattato come un calazio.
Tuttavia, i risultati di molti studi suggeriscono che sarebbe meglio evitare unguenti oftalmici antibiotici o pomate antibiotiche. Nei casi più seri l’oculista può prescrivere degli unguenti a base di antibiotico come l’eritromicina. Oppure antibiotici come il cloramfenicolo, la chemicitina, la tetraciclina o l’amoxicillina. Ad ogni modo, è fondamentale che sia il medico a prescrivere questi farmaci, dei quali si ricorre quando la guarigione tarda ad arrivare.
In altre situazioni, piuttosto rare, si rende necessario il drenaggio chirurgico.
Come distinguerlo da un brufolo o dal calazio
Il calazio di solito appare come un nodulo o un granuloma, insomma una piccola o grande cisti. Di solito non procura dolore e si manifesta con un rigonfiamento all’interno o sul bordo della palpebra. Può accumularsi con le lacrime portando a infiammazione dolorosa, o persino all’astigmatismo, a causa delle grosse dimensioni.
Il calazio è un indicatore più serio di fattori che colpiscono i bambini, quali:
· Stress;
· Alimentazione scorretta e ricca di grassi (merendine, bibite gassate, ecc.);
· Malattie gastrointestinali.
Invece, l’orzaiolo di solito si riconosce dalle seguenti differenze:
· Presenta un gonfiore e arrossamento delle palpebre superiori o inferiori;
· Può provocare prurito sul bulbo oculare, ma anche dolore, in particolare un intenso bruciore e senso di pesantezza;
· Accentua la sensibilità alla luce o sensazione di visione offuscata;
· Può intensificare la lacrimazione;
· Forma delle crosticine nella zona perioculare;
· Il bambino prova una sensazione di presenza di un corpo estraneo nell’occhio;
· In alcuni casi può portare a febbre.
Quando preoccuparsi e come curarlo
Gli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù precisano che le complicanze sono piuttosto rare, spesso associate alla diffusione dell’infezione alle ghiandole lacrimali e ai tessuti periorbitali. Sono casi in cui occorre la terapia antibiotica.
Anche le recidive non andrebbero sottovalutate, in vista di una possibile cronicizzazione della comparsa e dei sintomi, evolvendo così in calazio.
Oculisti e pediatri raccomandano di:
· Tenere l’occhio pulito quando si applicano gli impacchi caldo-umidi;
· Effettuare gli impacchi più volte al giorno;
· Ricorrere a pomate a base di antibiotici, a volte associate a corticosteroidi, solo su prescrizione medica e per le forme più serie;
· Seguire una dieta ricca di frutta, verdura, pesce azzurro, limitando i cibi grassi e spesso appetibili per i bambini.
La cura attraverso la dieta antinfiammatoria
Condizioni come questa colpiscono i bambini anche a causa della dieta poco sana. È sempre consigliabile un’alimentazione equilibrata e completa, che non trascuri cibi con vitamina E, vitamina A e vitamina C.
Durante l’infiammazione alcuni cibi possono aiutare nella guarigione, in particolare:
· Frutta e verdura cruda ben lavati;
· Ortaggi, carote, radicchio, verdure a foglia verde, lattuga, cavoli;
· Olio di fegato di merluzzo;
· Pesce azzurro;
· Uova;
· Frutta secca come noci, nocciole, arachidi, mandorle.
In realtà la lista dei cibi antinfiammatori è lunga, e adatta anche ai bambini (Qui maggiori dettagli).
La dieta mediterranea è l’alimentazione antinfiammatoria per eccellenza, che deve essere accompagnata con una adeguata idratazione.
Le Linee guida per una sana alimentazione, a cura del Centro di ricerca alimenti e nutrizione del Crea mettono in guardia dai rischi delle infiammazioni per la salute, a cominciare sin dalla tenera età.
I cibi che fanno bene durante la cura
Curare infezioni e infiammazioni attraverso dei particolari cibi può sostenere la guarigione. Ad esempio, al posto dei cibi cosiddetti “infiammatori”, meglio abituare i piccoli all’alimentazione sana e più “antinfiammatoria”. Perciò:
· Al posto della pasta e dei cereali raffinati meglio il riso integrale;
· Sono ottime le verdure a foglia verde. Gli spinaci sono l’eccellenza in questo campo. Sono alimenti ricchi di flavonoidi, per questo, capaci di contrastare bene l’infiammazione ed agire anche in forma preventiva. I nutrizionisti consigliano l’assunzione di verdure fresche e crude. E anche centrifugati con 200 grammi di spinaci e 500 grammi di carote;
· I frutti freschi e secchi sono antinfiammatori. Possiedono un buon contenuto vitaminico, in particolare vitamina C e A. In generale sostengono l’organismo con attività depurative, disinfettanti, astringenti e antiossidanti;
· Il pesce azzurro e di acqua dolce è ricco di omega 3. L’olio di pesce ha effetti benefici su tutto l’organismo. Diversi studi hanno dimostrato che, per il suo apporto di acidi grassi, funziona da antinfiammatorio ed è particolarmente utile per alleviare i dolori articolari, consentendo così la riduzione del consumo di FANS (Farmaci antinfiammatori non steroidei). A questo proposito viene raccomandato il consumo bisettimanale di pesce d’acqua dolce di qualità.
Meglio evitare e limitare sempre i cibi infiammatori, quali:
· Carboidrati raffinati, come pane bianco e dolci;
· Patatine fritte e altri cibi fritti;
· Soda e altre bevande zuccherate;
· Carne rossa (hamburger, bistecche) e carne lavorata (hot dog, salsiccia);
· Margarina, accorciamento e strutto.