Cosa fare quando si subisce il danneggiamento, lo smarrimento o il furto della targa di un veicolo. Cos’è necessario fare per essere in regola e quali sono i costi da sostenere.
Quando si subisce il furto, il danneggiamento o lo smarrimento della targa della macchina è necessario rimmatricolare il proprio veicolo per poter tornare a circolare su strada. Per svolgere questa pratica andranno sostenute delle spese che, per la loro struttura, non sono facilmente indicabili in anticipo poiché si sostanziano di una parte fissa e di una variabile. Quella fissa riguarda gli emolumenti dovuti all’Aci, così come l’imposta di bollo per la nuova immatricolazione, l’imposta per l’iscrizione al Pra, Pubblico registro automobilistico, e i diritti della Motorizzazione civile. La parte variabile, invece, è costituita dalle spese per l’acquisto della nuova targa che, in Italia, varia a secondo della provincia di riferimento. Si sottolinea inoltre che nel caso in cui chi ha subito il furto della targa decidesse di rivolgersi a un’agenzia per il disbrigo delle pratiche automobilistiche, dovranno essere considerati anche i costi per l’intermediazione.
In cosa consiste la procedura
In base a quanto previsto dal codice della strada, qualora una o entrambe le targhe dovessero essere smarrite, sottratte o distrutte, l’intestatario della carta di circolazione o del documento unico di circolazione e di proprietà del veicolo (Du), dovrà fare specifica denuncia agli organi di polizia entro 48 ore dal furto, smarrimento o danneggiamento. Da questo momento è previsto un periodo della durata di 15 giorni all’interno del quale è possibile, se viene ritrovata la targa perduta o rubata, continuare a circolare con la vecchia senza dover provvedere ad una nuova immatricolazione. Se, invece, a 15 giorni dalla denuncia non dovessero esserci state delle novità, l’intestatario dovrà richiedere al Dipartimento per i trasporti terrestri, ovvero alla Motorizzazione civile, una nuova immatricolazione del veicolo interessato, all’interno del periodo di 15 giorni dalla denuncia è possibile continuare a circolare con il veicolo, a condizione però che venga apposto un un pannello a fondo bianco nel quale siano riportate le indicazioni contenute nella targa originaria. La posizione, la dimensione e i caratteri di iscrizione del pannello devono essere corrispondenti a quelli della targa originaria.
Ovviamente quando i dati riportati nelle targhe sono divenuti illeggibili, cioè si sono deteriorati, la legge prevede che non si debba presentare una denuncia, ma ci si possa rivolgere direttamente al Dipartimento per i trasporti terrestri per una nuova immatricolazione.
Quali sono le sanzioni previste
Cosa succede se l’interessato dalla procedura non provvede agli adempimenti? In base a quanto stabilito dal codice della strada, in questi casi è prevista una sanzione amministrativa compresa tra gli 87 euro e 344 euro. Nel caso in cui, invece, un veicolo dovesse circolare con una targa non chiaramente e integralmente leggibile, la sanzione amministrativa prevista è compresa tra i 42 euro e 173 euro.
Quali sono le spese da sostenere
Dover rifare le targhe della macchina ha naturalmente dei costi che sono da considerarsi a carico di chi ne fa richiesta. Le spese da tenere in considerazione sono diverse e, come detto, si dividono in fisse e variabili, e variano in base ai singoli territori. Tra i costi fissi rientrano:
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- gli emolumenti Aci, pari a 27 euro;
- l’imposta di bollo per l’iscrizione al Pra, parti a 32 euro;
- l’imposta di bollo per la reimmatricolazione che é pari a 32 euro;
- i diritti Dipartimento per i trasporti terrestri, pari a 10,20 euro.
A queste spese, vanno poi aggiunti dei costi variabili relativi all’acquisto delle nuove targhe che mutano in base al formato e al territorio. A titolo di esempio: la targa per un autoveicolo di tipo “A”, rettangolare, ha un costo di 45,68 euro nella Provincia di Aosta, di 41,78 in quella di Trento e Bolzano nelle altre. Per una targa di tipo “B”, quadrata, invece, è previsto un costo di 45,31 euro nelle predette tre Province di Aosta, Trento e Bolzano, mentre scende a 41,37 euro in tutte le altre. Il cittadino per orientarsi al meglio sui costi che dovrà sostenere per rifare una targa, può consultare il tariffario del Portale dell’automobilista. E ancora, se per svolgere questa pratica il proprietario di un veicolo decide di affidarsi ad uno di studio di consulenza automobilistica, come le agenzie di pratiche auto, andranno considerati anche ulteriori costi aggiuntivi di intermediazione.
Come effettuare il pagamento
Le spese da sostenere per rifare un targa potranno essere pagate seguendo diverse modalità, tra cui:
- un bollettino bianco da intestare ad Aci – Automobile club d’Italia – Economato generale – Servizio di tesoreria, via Marsala 8, 00185 Roma, per gli emolumenti Aci e per quelli dovuti per l’iscrizione al Pra;
- un bollettino prestampato sul c/c 9001, per i diritti Dipartimento per i trasporti terrestri;
- un bollettino prestampato sul c/c 4028, per la reimmatricolazione;
- un bollettino prestampato sul c/c 121012, per la nuova targa.
I bollettini prestampati possono essere reperiti negli uffici postali, gli Sta (Sportelli telematici dell’automobilista) e negli uffici della Motorizzazione civile. Chi si rivolge ad uno Sta può anche pagare le somme dovute sul momento, sia in contanti che con carta di credito o bancomat. Allo stesso modo, il pagamento presso l’Aci può essere effettuato anche utilizzando il bancomat. Una volta effettuato il pagamento si riceverà un’attestazione di versamento che dovrà essere conservata dall’automobilista ed esibita al momento della richiesta di rilascio delle nuove targhe.
La documentazione e l’iter per rifare le targhe
Per rifare una targa, come detto, ci si può rivolgere:
- ad uno Sta,
- ad una delegazione Aci;
- ad uno studio di consulenza automobilistica;
- ad un ufficio della Motorizzazione civile.
L’automobilista che intende avviare questo iter deve presentare un’istanza unificata, modulo UI0001, che ha sostituito il vecchio modulo TT2119 per la reimmatricolazione del veicolo, e il modulo NP2 di richiesta di iscrizione al Pra. Andranno in questo caso allegati anche vari documenti, ovvero:
- il certificato di proprietà del veicolo;
- la carta di circolazione o il documento unico di circolazione e di proprietà;
- la denuncia presentata agli organi di polizia in caso di smarrimento, furto o distruzione della targa. In presenza di un deterioramento, andrà presentata la targa deteriorata;
- la fotocopia di un documento di riconoscimento in corso di validità e quella della tessera sanitaria dalla quale si evince il codice fiscale;
- il certificato di residenza o dichiarazione sostitutiva se la residenza non è esplicitamente riportata sul documento presentato o se il titolare è un cittadino italiano iscritto all’Aire (Anagrafe degli Italiani residenti all’estero). In caso di cittadini extracomunitari residenti in Italia, invece, dovrà essere presentata una copia del permesso di soggiorno in corso di validità o, se scaduto, la ricevuta attestante la richiesta di rinnovo. In alternativa, può presentare la fotocopia del documento di identità e la fotocopia della ricevuta attestante la presentazione dell’istanza di primo rilascio o anche la copia del permesso di soggiorni CE per soggiornanti di lungo periodo.
Questo è quanto richiesto per le persone fisiche, mentre l’iter e la documentazione varia leggermente in presenza di una persona giuridica intestataria della targa. Al verificarsi di tale circostanza, all’istanza presentata andrà allegata la dichiarazione sostitutiva resa dal legale rappresentante, nella quale è presente la sede dell’attività. Inoltre, se il richiedente non è in possesso della carta di circolazione, del certificato di proprietà o del Du, è necessario che si rivolga preventivamente alla Motorizzazione civile per la reimmatricolazione e, solo dopo, richieda il rinnovo dell’iscrizione al Pra. Se ne deduce che, oltre alla suddetta documentazione, in questi casi andrà presentato anche il modulo di richiesta rinnovo di iscrizione al Pra (mod. NP2). In questo andranno indicati:
- il codice fiscale;
- la fotocopia della carta di circolazione, rilasciata a seguito della nuova immatricolazione;
- il certificato di proprietà o il foglio complementare.
Il merito alle tempistiche, invece, va precisato che il rinnovo di iscrizione dovrà essere richiesto al Pra entro 60 giorni dalla data di rilascio della nuova carta di circolazione e che, in seguito della presentazione della domanda di reimmatricolazione, trascorre in media una settimana prima della ricezione delle nuove targhe.