Che cosa prevede la nuova legge di bilancio 2023 in merito alla flat tax: le novità introdotte e i parametri da prendere in considerazione. La flat tax incrementale, cos’è e come funziona.Â
La nuova legge di bilancio varata dal governo guidato da Giorgia Meloni ha apportato molte novità e, tra queste, una di quelle che gode del maggiore eco è la flat tax. Quest’ultima è stata profondamente modificata, con l’imposta sostitutiva per chi dichiara redditi entro una determinata soglia che passa dai precedenti 65mila euro ad 85mila euro. Non si tratta dell’unica variazione, con l’esecutivo che è anche intervenuto per stabilire un limite reddituale oltre il quale si ha la fuoriuscita dal regime forfettario.
Flat tax 2023, come funziona
La prima novità introdotta sul tema della flat tax dalla legge di bilancio è la modifica della soglia limite per poter beneficiare dell’imposta sostitutiva. Iniziamo subito col dire che la finanziaria è entrata in vigore il 1° gennaio 2023 e, dunque, è da questa data che la soglia di reddito della flat tax viene innalzata ad 85mila euro. La verifica del limite dei ricavi e dei compensi della flat tax va valutata dunque con riferimento all’anno precedente, con tre possibili scenari che possono verificarsi:
- il contribuente nel 2022 non ha conseguito redditi e compensi superiori a 65mila euro (vecchia soglia) e dunque nel 2023 gli viene applicato il regime forfetario, così come sarebbe avvenuto comunque;
- il contribuente che nel 2022 ha conseguito redditi compresi tra 65mila e 85mila euro può applicare il regime forfettario nel 2023 in virtù delle nuove disposizioni;
- il contribuente che nel 2022 ha superato la nuova soglia degli 85mila euro fuoriesce dal regime forfettario.
Si sottolinea, tuttavia, che la nuova legge di bilancio non è intervenuta per modificare gli altri requisiti di accesso al regime forfettario, motivo per il quale per poterne beneficiare anche nel 2023 sarà necessario dimostrare di essere in possesso delle altre condizioni previste dalla legge. Più nello specifico, è previsto che il regime forfettario non possono applicarsi:
- alle persone fisiche che già si avvalgono di regimi fiscali speciali ai fini dell’imposta sul valore aggiunto o di regimi forfetari di determinazione del reddito;
- ai soggetti non residenti in Italia, con l’unica eccezione che è rappresentata da coloro che sono residenti in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno aderente all’Accordo sullo spazio economico europeo. In questo caso, tuttavia, è necessario che venga assicurato un adeguato scambio di informazioni e che il contribuente produca in Italia redditi pari almeno al 75% del reddito complessivo;
- ai soggetti che effettuano cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili in via esclusiva o prevalente, o di mezzi di trasporto nuovi;
- agli esercenti di attività d’impresa, arti o professioni che partecipano, contemporaneamente all’esercizio dell’attività , a società di persone, ad associazioni o a imprese familiari. Si tratta, più nel dettaglio, di coloro che hanno un controllo diretto o indiretto di una società a responsabilità limitata o di associazioni in partecipazione che svolgono attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni;
- alle persone fisiche che esercitano la propria attività prevalente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta.
Altra grande novità prevista dalla nuova flat tax riguarda il regime forfettario, con la previsione di una soglia che, se superata, comporta l’immediata fuoriuscita. Entrando più nel dettaglio, fino ad oggi era previsto che la perdita dal regime forfettario da parte del contribuente avvenisse a decorrere dall’anno successivo a quello in cui venivano meno i requisiti di accesso o sopravvenisse una causa ostativa. Tutto questo avveniva in maniera indipendente dal reddito conseguito nell’anno in cui è stata applicata la flat tax e comportava l’assoggettamento dei ricavi/compensi conseguiti nell’anno di perdita dei requisiti all’imposta sostitutiva del 15 o 5%, indipendentemente dal loro ammontare. Con le recenti modifiche, invece, nel caso in cui il contribuente dovesse superare la soglia dei 100mila euro di ricavi/compensi, perderà immediatamente il regime forfettario. E ancora, quando si eccede la soglia limite, viene applicata l’Iva a tutte le operazioni effettuate a decorrere da quella che determina la fuoriuscita. Inoltre, sempre in caso di eccesso del limite previsto, il contribuente avrà l’obbligo di:
- emettere la fattura elettronica, come già è chiamato a fare dal 2022 anche con il regime forfettario;
- tenere e aggiornare i registri Iva;
- porre in essere tutti gli adempimenti Iva correlati, come la liquidazione, il versamento o la dichiarazione.
La flat tax incrementale, cos’è e come funziona
La legge di bilancio 2023, oltre ad estendere la soglia relativa alla flat tax, ha anche introdotto la cosiddetta flat tax incrementale. Si tratta di un misura temporanea – sarà infatti in vigore solo per il 2023 – che permette ai titolari di reddito di impresa e di reddito autonomo di poter sfruttare un’imposta sostitutiva del 15% per tutti gli incrementi di reddito che vengono realizzati nell’anno in corso – il 2023 – in relazioni ai tre anni precedenti. Viene dunque riservata ai contribuenti persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni che non applicano il regime forfettario, mentre sono escluse le persone giuridiche, gli esercenti attività d’impresa, artistica e professionale in forma collettiva.
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Entrando più nel dettaglio, per sfruttare i vantaggi della flat tax incrementale è necessario come prima cosa avere il dato del reddito del 2023. Successivamente andrà indicato il più alto dei redditi conseguiti nel triennio compreso tra il 2020 e il 2022. Questo dato sarà il riferimento su cui andrà calcolato l’incremento nel 2023. Qualora al termine dell’anno in corso il reddito conseguito dal contribuente fosse inferiore di quello più alto del triennio 2020-2022, e dunque non si fossero registrati aumenti, non sarà possibile applicare la flat tax. Nel caso contrario, invece, si potrà agire con il regime agevolato.
A livello operativo, è necessario che il reddito di riferimento individuato (quello più alto del triennio 2020-2022) venga sottratto a quello del 2023, con l’ammontare ottenuto che andrà ulteriormente decurtato di una franchigia del 5%. Si ottiene così la base imponibile che, per legge, non potrà mai eccedere ai fini dell’applicazione della flat tax, la soglia dei 40mila euro. Si sottolinea inoltre che, sulla parte eccedente, andranno determinati l’Irpef e le addizionali con le regole ordinarie.
Per facilitare la comprensione della flat tax incrementale riportiamo un esempio concreto. Immaginiamo allora un contribuente che abbia registrato i seguenti redditi dal 2020 al 2022Â e nel 2023:
- 2020, 100mila euro;
- 2021, 80mila euro;
- 2022, 105mila euro;
- 2023, 135mila euro.
Affinché il contribuente in questione possa sfruttare i vantaggi della flat tax incrementale nella dichiarazione dei redditi 2024, dovrà anzitutto calcolare il reddito di riferimento. È il più alto del triennio 2020-2022 e, dunque, in questo caso, quello del 2022: 105mila euro. Il riferimento andrà poi sottratto al reddito del 2023, con l’incremento che in questo caso è pari a 30mila euro (135 mila – 105mila = 30mila). La differenza ottenuta va ridotta ulteriormente del 5% dell’importo del reddito più elevato registrato nel triennio, in questo caso 5.250. Tale fattore si ottiene moltiplicando il reddito di riferimento per il 5% (105mila x 5% = 5.250). La base imponibile soggetta a flat tax incrementale sarà dunque di 24.750 euro, ovvero l’incremento, 30mila euro, meno l’ulteriore riduzione, 5.250, (30mila – 5.250 = 24.750 euro). La cifra di 24.750 euro è soggetta all’imposta sostitutiva dell’Irpef che è pari al 15%, per un ammontare complessivo di euro 3.712,50 (24.750 x 15% = 3.712,50). Il contribuente che aderisce al nuovo regime di tassazione incrementale del maggiore reddito ottiene in questo caso un risparmio non trascurabile, pari a 6.930 euro. Tale fattore è la risultante della differenza 10.642,50, Irpef calcolato con aliquota standard al 43% per lo scaglione di reddito pari a 24.750, e 3.712,50, con l’Irpef calcolato invece utilizzando l’aliquota sostitutiva (10.642,50 – 3.712,50 = 6.930).
Le regole della flat tax incrementale
L’introduzione della flat tax incrementale è accompagnata dall’inserimento di due regole generali che servono ad allineare la novità alle altre regole vigenti in Italia. Si tratta più nello specifico:
- per la determinazione di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo, anche di natura non tributaria, al possesso di requisiti reddituali, si dovrà tenere conto anche della quota di reddito assoggettata alla nuova flat tax incrementale.
- in merito agli acconti Irpef e relative addizionali, per i quali per il periodo d’imposta 2024 si assume come imposta del periodo precedente quella che si sarebbe determinata non applicando le nuove disposizioni.