Il 2017 sarà l’anno delle nascite? Difficile prevederlo, intanto la legge di Stabilità 2017 ha introdotto una serie di misure a sostegno della natalità, che si aggiungono a quelle già esistenti. A disposizione ci sono 600 milioni di euro che diventeranno 700 nel 2018. Le due novità principali sono il bonus “mamme domani” e il bonus asili nido.
Nessuna soglia Isee per le neomamme
Il bonus per le neomamme è un vero e proprio premio alla nascita o all’adozione di un minore: ammonta ad 800 euro ed è riconosciuto a tutte le future mamme, senza alcuna limitazione di Isee. Sulla soglia di reddito c’è stato un discreto tira e molla: nel passaggio parlamentare sono stati presentati due emendamenti che proponevano di fissare rispettivamente un limite di 13.000 e di 25.000. Ma sono stati bocciati in commissione Bilancio alla Camera.
Da gennaio 2017, quindi, tutte le donne incinte, al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione, potranno fare domanda direttamente sul sito del’Inps o attraverso un patronato o Caf accreditato presentando la documentazione richiesta. Il bonus verrà corrisposto in unica soluzione e non concorre alla formazione del reddito complessivo.
Sui tempi c’è ancora un velo di mistero perché manca il decreto attuativo e la circolare dell’Inps potrebbe arrivare subito dopo la Befana o, come prevedono gli scettici, non prima di marzo. Infatti dal call center dell’Inps precisano che non hanno alcuna informazione in merito e che per il momento “se ne sta parlando solo in Tv”. Ma il bonus c’è (art. 1, comma 353) e Fulvia Fammoni del patronato Inca ci rassicura che il diritto è fatto salvo e che le donne che raggiungono il settimo mese di gravidanza già a gennaio possono stare tranquille: forse dovranno aspettare fino a marzo per presentare la domanda (quando l’Inps metterà a disposizione l’apposito modulo), ma i soldi arriveranno. Probabilmente potranno spenderli quando avranno già partorito invece che per le ultime esigenze di maternità…
A chi spetta il bonus nido
La seconda novità introdotta dalla legge di Stabilità 2017 è il bonus asili nido: si tratta di un contributo di 1.000 euro annui, parametrato su 11 mensilità, erogabile fino al terzo anno di età del bambino, per l’iscrizione ad asili nido pubblici o privati, o per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini affetti da gravi patologie croniche. Può essere richiesto per tutti i figli che non hanno superato i 3 anni di età ed è cumulabile al bonus “mamme domani”. Anche in questo caso non c’è alcun limite di reddito; è necessario presentare la documentazione che attesti l’iscrizione e il pagamento della retta a strutture pubbliche o private.
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In alternativa c’è il vecchio voucher babysitter che ammonta a 600 euro mensili, per un massimo di 6 mesi, e che da quest’anno è stato esteso anche alle imprenditrici e lavoratrici autonome.
“Meno bonus spot e più misure strutturali”
“Questi bonus hanno costi limitati per il bilancio dello Stato, ma rappresentano un sostegno importante alla maternità, soprattutto per le famiglie in difficoltà”, precisa al Test-Salvagente il direttore generale del Caf Acli Paolo Conti che aggiunge: “Si tratta di un primo percorso tangibile da parte dello Stato a tutela di soggetti più deboli. Dovremmo riuscire, però, a passare dalla forma spot alla stabilizzazione di misure che vengono definite a prescindere dai risparmi che si riescono a racimolare ogni anno. Se ci fossero i margini per rendere strutturali questi strumenti allora si potrebbe fare un discorso più articolato, garantendo una maggiore programmazione alle famiglie. Speriamo quindi che questa sia solo la partenza e non l’arrivo. Fortunatamente l’informazione in questi casi è abbastanza capillare e organizzata, a cominciare dagli ospedali e dalle Asl, fino ai pediatri e agli asili nido, per cui crediamo che saranno davvero poche le donne che non riusciranno ad usufruire dei contributi come invece è successo qualche anno fa con la social card che ha lasciato fuori proprio i più bisognosi. Con le mamme il discorso è diverso perché attorno alla nascita c’è una forte rete di assistenza organizzata. L’erogazione del contributo è abbastanza veloce: una volta che l’Inps acquisisce i dati necessari, il bonus dovrebbe arrivare nel giro di 6-7 settimane”.
Si allunga il congedo obbligatorio per i papà
La legge di Stabilità ha prorogato fino al 2018 il congedo obbligatorio per i padri, da utilizzare entro il quinto mese dalla nascita del figlio. La durata del congedo è aumentata a 2 giorni per il 2017 e a 4 giorni per il 2018, da godere anche in via non continuativa.
Confermato il bonus bebé con soglia Isee di 25.000 euro
I due nuovi bonus si aggiungono al bonus bebé che è in vigore già da due anni e che spetta alla neo mamma per ogni figlio nuovo nato (o minore adottato o in affido) fino al terzo anno di età o dal giorno di entrata in famiglia del minore, per i successivi 3 anni. Il bonus bebè funziona un po’ come gli 80 euro introdotti dal governo Renzi per i lavoratori dipendenti: con un reddito Isee fino a 25.000 euro si ricevono 80 euro al mese, mentre se si ha un reddito inferiore a 7.000 euro il contributo è di 160 euro al mese.
Un fondo per l’accesso al credito
Ultima novità prevista dalla legge di Stabilità è l’istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, di un Fondo di sostegno alla natalità, dotato di 14 milioni di euro per il 2017, che nel 2018 diventeranno 24 milioni. Si tratta di un fondo rotativo diretto a favorire l’accesso al credito delle famiglie con uno o più figli, nati o adottati, a decorrere dal 1° gennaio 2017, mediante il rilascio di garanzie dirette, anche fideiussorie, alle banche e agli intermediari finanziari.