Dal 1° gennaio 2017 e per due anni la Francia potrà indicare in etichetta il paese di origine del latte (solo un prodotto ottenuto interamente in Francia potrà fregiarsi del 100% made in) e dei prodotti trasformati a base di carne e latte.
I singoli Stati membri, in base al Regolamento 1169/11 e previa autorizzazione della Commissione, possono introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora sussista un interesse legato ai consumatori in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole.
In Italia ad aprile
Se la Francia fa da apripista in questi giorni con l’entrata in vigore delle nuove regole, in Italia bisognerà aspettare ancora qualche mese, esattamente ad aprile (90 giorni dalla pubblicazione del decreto del Mipaaf in Gazzetta Ufficiale avvenuta il 2 gennaio). Dal primo gennaio intanto sono scattati i 180 giorni di tempo che hanno i produttori per smaltire i prodotti (latte e formaggi) etichettati prima dell’entrata in vigore delle nuove regole.
Etichetta più trasparente
Ma cosa troveremo scritto sulle confezioni? Sull’etichetta del latte e dei suoi derivati (formaggi in primis) si dovrà indicare:
- il “paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”;
- il “paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato” (ad esempio dove è stato scremato);
- il “paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato”.
Qualora il latte o quello usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato e trasformato nello stesso paese, ad esempio in Italia, l’indicazione di origine può essere sintetizzata con l’utilizzo della seguente dicitura: “Origine del latte: Italia”.
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