Il 20 novembre ricorre la Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza. Nonostante i meccanismi di monitoraggio e le molte funzioni dell’Autorità garante, anche in Italia i diritti dei bambini continuano a non essere rispettati. Inoltre, i numeri rivelano profonde disuguaglianze da Nord a Sud sui diritti basilari: salute e prevenzione, istruzione, gioco, lotta alla povertà
Dal 20 novembre 1989, data in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di grandi scoperte ne sono state fatte tante. Ma da quella storica firma, a oggi, di bambini infelici, o vittime di ogni forma di violenza, ce ne sono ancora troppi. Tanti. Per questo, come ogni anno, anche il 20 novembre 2022 si celebra la Giornata mondiale dell’infanzia, World Children’s Day, proprio in concomitanza con una delle più grande “scoperte” nella storia dei diritti civili.
L’inclusione
Il tema della Giornata mondiale dell’infanzia 2022 richiama uno degli obiettivi dell’Unicef: Inclusion, for every child (Inclusione, per ogni bambino). Lo slogan è accompagnato dall’hashtag #IFeltIncluded e ha già avuto ampia diffusione sui social (qui per visionare i video da tutto il mondo: https://www.unicef.org/world-childrens-day) . Includere significa rispettare tutti i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Perché nasce la Giornata mondiale dei bambini
La Giornata mondiale dell’infanzia è stata istituita come Giornata universale dei bambini e viene celebrata il 20 novembre di ogni anno per promuovere l’unione internazionale, la consapevolezza tra i bambini di tutto il mondo e il miglioramento del benessere dei bambini.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare tutta la società civile sul tema dei diritti dell’infanzia. L’Onu richiama l’attenzione di madri e padri, insegnanti, infermieri e medici, caregiver, leader di governo e attivisti, religiosi e anziani delle comunità, magnati aziendali e professionisti dei media, nonché giovani e bambini stessi, affinché dedichino tutto lo sforzo per rendere la Giornata mondiale dell’infanzia rilevante per le loro società, comunità e nazioni.
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Questa Giornata vuole offrire a ciascuno di noi un punto di ingresso stimolante per difendere, promuovere e celebrare i diritti dei bambini, traducendosi in dialoghi e azioni che costruiranno un mondo migliore per i bambini.
I bambini che soffrono nel mondo
Gli ultimi dati diffusi dall’Unicef stimano in 300 milioni i bambini tra i 2 e i 4 anni che nel mondo subiscono regolarmente violenze dai propri familiari o tutori, 250 milioni dei quali sono puniti in modo fisico (circa 6 su 10 delle piccole vittime di violenza). Soffrono di qualche forma di malnutrizione oltre 200 milioni di bambini (circa 151 milioni sono affetti da malnutrizione cronica, mentre 50,5 milioni sono colpiti da malnutrizione acuta).
Nel 2017 la malnutrizione è stata concausa di circa 3 milioni di decessi infantili, oltre il 50% della mortalità infantile globale.
Altrettanto preoccupanti i dati sull’obesità infantile. A livello globale, nel 2017 circa 38,3 milioni di bambini sotto i 5 anni risultavano in sovrappeso: 8 milioni in più rispetto ai 30,1 milioni del 2000.
Secondo il rapporto Unicef “On my mind”, The State of The World’s Children 2021, a livello globale 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato. L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati.
I bambini in Italia
L’Unicef stima in 1,3 milioni il numero di bambini in Italia in condizioni di povertà assoluta. Il 36,9% dei bambini e degli adolescenti tra 5 e 19 anni sono in sovrappeso o obesi. Cresce l’allarme per il bullismo e il cyberbullismo, anche perché se ne parla solo in anni recenti: 1 adolescente su 3 ne è vittima.
Bambini vittime di bullismo e cyberbullismo
In tema di bullismo, secondo i dati Istat del 2021, le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore rispetto ai ragazzi.
Oltre il 55% delle giovani tra gli 11 e i 17 anni è stato oggetto di prepotenze qualche volta nell’anno, mentre per il 20,9% le vessazioni hanno avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il 18,8% dei loro coetanei maschi).
Il 9,9% delle ragazze ha subito atti di bullismo una o più volte a settimana, rispetto all’8,5% dei maschi.
Il cyberbullismo ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo. Nel 5,9% dei casi si è trattato di azioni ripetute (più volte al mese).
Azioni di stalking con vittime minorenni
Lo stalking è un reato introdotto da poco nel codice penale italiano. L’indagine Istat “Forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti” indica che in Italia le vittime che hanno denunciato di aver subìto atti persecutori sono più che raddoppiate tra il 2010 e il 2018, e questo aumento ha riguardato anche i minorenni, che passano da 274 nel 2009 a 566 nel 2018.
Il termine stalking fa riferimento a una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola e ingenerandole stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.
Reati a sfondo sessuale contro i minorenni
Nel 2018, come riportato nell’Indagine conoscitiva Istat presentata nel giugno 2020 alla Commissione parlamentare Infanzia e Adolescenza in Italia, tra i reati a sfondo sessuale contro i minorenni, il numero delle vittime che ha denunciato l’accaduto è pari a 1.418 individui. Tra questi, l’incidenza delle ragazze è tre volte superiore a quella dei ragazzi (319 maschi contro circa 1.099 ragazze).
I reati che registrano un maggior numero di denunce sono gli atti sessuali con minorenne (31,5%), la violenza sessuale in danno a minori di 14 anni (28,0%), la pornografia minorile (17,4%), la corruzione di minorenne (10,2%).
Come tutelare i diritti dei bambini e degli adolescenti
L’Italia ha ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia il 27 maggio 1991 con la legge numero 176. La Convenzione obbliga i 193 Stati del mondo che l’hanno ratificata a uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione e ad attuare tutti i provvedimenti necessari ad assistere i genitori e le istituzioni nell’adempimento dei loro obblighi nei confronti dei minori.
La Convenzione tutela in particolare il diritto alla vita (articolo 6), il diritto alla salute e alla possibilità di beneficiare del servizio sanitario (articolo 24), il diritto di esprimere la propria opinione (art. 12) e a essere informati (art. 13).
I bambini hanno diritto al nome, con la registrazione all’anagrafe subito dopo la nascita, alla nazionalità (art. 7), hanno il diritto di avere un’istruzione (art. 28 e 29), di giocare (art. 31) e di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso (art. 34).
La Convenzione sollecita i governi ad impegnarsi per rendere i diritti enunciati prioritari e per assicurarli nella misura massima consentita dalle risorse disponibili.
Alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si accompagnano due Protocolli opzionali che l’Italia ha ratificato l’11 marzo 2002 con la legge numero 46.
Di fondamentale importanza è il meccanismo di monitoraggio previsto dall’art. 44: tutti gli Stati sono infatti sottoposti all’obbligo di presentare al Comitato Onu sui diritti dell’infanzia un rapporto periodico (il primo a 2 anni dalla ratifica e, in seguito, ogni 5 anni) sull’attuazione, nel loro rispettivo territorio, dei diritti previsti dalla Convenzione.
Gli Stati si impegnano a dare ai rapporti vasta diffusione nel proprio paese. Il lavoro del Comitato è sottoposto annualmente alla Commissione sui diritti umani. Ogni due anni il Comitato sottopone all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite il Consiglio economico e sociale, un rapporto sulle proprie attività.
La previsione di un sistema di verifica dello Stato di attuazione nell’ambito della Convenzione sui diritti dell’infanzia è un elemento molto importante. Le conseguenze politiche che possono derivare per i governi, in termini di consenso dell’opinione pubblica, in seguito ad un giudizio più o meno positivo del Comitato sui diritti dell’infanzia sul Rapporto presentato dallo Stato, sono un buon incentivo nel potenziare il rispetto e la tutela dei diritti dell’infanzia.
Chi ha il compito di far rispettare i diritti dei bambini in Italia?
Molti di questi diritti della Convenzione sono già scritti nella Costituzione italiana ma, stando ai numeri allarmanti anche nel nostro paese (in particolare i dati sulla povertà e sulle violenze), evidentemente il meccanismo di monitoraggio non è più sufficiente, mentre le istituzioni italiane non sono più in grado di garantire piena tutela dei diritti.
Con la legge numero 112 del 12 luglio 2011 in Italia è stata istituita l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia). All’Autorità, che agisce per promuovere l’attuazione della Convenzione Onu, sono state attribuite numerose funzioni. Autorità e monitoraggi non riescono a contenere quei numeri.
Come segnalare casi di violazione dei diritti dei bambini
A noi cittadini non restano che l’impegno civico e gli strumenti per segnalare casi di violenza o di negazione ai bambini e agli adolescenti dei diritti di base:
- Qui per segnalare all’Agia , l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza
- Qui per i contatti telefonici delle autorità e dell’Emergenza Infanzia al numero telefonico sempre attivo e gratuito 114.